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Chirurgia vascolare in Italia
- Non é quasi mai una chirurgia risolutiva, ma postopone i problemi
- Ha un iter sempre uguale
- Prima viene il Bypass, poi la dilatazione, seguita se va bene da un secondo Bypass o una seconda dilatazione per terminare con l'amputazione.
Se non vuoi andare all'estero e non sei un raccomandato (ma se scrivi un Topic del genere non credo tu lo sia), ti farai i 5 anni di specialità senza imparare nulla, per poi finire a fare doppler e eco doppler in ambulatorio per conto terzi e se ti va bene, a fare Stripping e poco piu'...
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- grecomichele
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Oberland ha scritto: Frustrante perché:
- Non é quasi mai una chirurgia risolutiva, ma postopone i problemi
- Ha un iter sempre uguale
- Prima viene il Bypass, poi la dilatazione, seguita se va bene da un secondo Bypass o una seconda dilatazione per terminare con l'amputazione.
Se non vuoi andare all'estero e non sei un raccomandato (ma se scrivi un Topic del genere non credo tu lo sia), ti farai i 5 anni di specialità senza imparare nulla, per poi finire a fare doppler e eco doppler in ambulatorio per conto terzi e se ti va bene, a fare Stripping e poco piu'...
Caro Oberland, mi dispiace molto sentire tali argomentazioni riguardo la chirurgia vascolare. Dispiace perchè probabilmente hai avuto esperienze molto negative. Non so so dove e non voglio saperlo, ma sappi che la vera chirurgia vascolare non è così. Personalmente non sono un raccomandato, anzi finora la mia carriera è stata ed è piena di ostacoli e persone che mettono i bastoni tra le ruote, ma io non mi arrendo.
Ma vorrei risponderti punto per punto.
La chirurgia vascolare, come ogni chirurgia, può non essere risolutiva. Qui non stiamo parlando di matematica dove due più due fa quattro, ma di pazienti che hanno patologie talvolta devastanti e mutilanti per qualità della vita e sequele se non prese per tempo. Come anche quando fai una colectomia, puoi avere risultati positivi come negativi, dipende dal paziente che hai di fronte e dalla bravura del chirurgo. Ci sono troppe variabili da considerare e puoi postporre i problemi anche in un diabetico o in un paziente affetto da tumore.
L'iter sempre uguale te lo ritrovi in qualsiasi altra specialità, ma ripeto ogni paziente è diverso e la scienza preferisce classificare e standardizzare, piuttosto che non avere guide. E' normale tentare di ripetere gli stessi iter, più semplice e comodo per gli operatori.
Non capisco questa dinamica del "bypass e poi dilatazione". Probabilmente ti riferisci all'occlusione del bypass piuttosto che a una sua dilatazione.
Bene, è una delle complicanze dei bypass, la bestia nera del chirurgo vascolare per poi arrivare all'amputazione. Ma non voglio essere ripetitivo, dipende dal paziente che hai di fronte, dalla bravura del chirurgo, dalla corretta pianificazione degli eventuali interventi. Nella mia esperienza, ti posso dire che pochi chirurghi in italia sanno realmente fare i bypass e salvare gli arti inferiori. Gli altri ci provano, non è una chirurgia per tutti. E' frustrante e molto impegnativa. Ma siamo medici e c'è a chi piace. D'altronde il nostro obiettivo è curare, alleviare le pene dei malati. Se non teniamo conto di queste cose, allora potevamo andar benissimo a fare l'impiegato alle poste e mettere giù qualche timbro, con tutto il rispetto per il loro sacrosanto e onorabilissimo lavoro.
Se non c'è nessuno che ti insegna, allora vai e rompi le scatole, esci fuori. Il diritto di imparare quello che si vuole fare, non deve essere fermato dall'inerzia propria e altrui. La realtà è dura, ma non per questo dobbiamo abbandonare i nostri sogni.
Un caro saluto.
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Ciao donclaps, cercherò di darti una risposta esaustiva. Io sono attualmente specializzando in Chirurgia Vascolare a Messina, sede aggregata della scuola di Catania.
Come ben dici, qualsiasi chirurgia in Italia non fornisce una preparazione adeguata. Era ciò che pensavo anche io prima di fare il concorso in Chirurgia Vascolare. Io allargherei questa affermazione a un po' tutte le specializzazioni in Italia. Ma allora, mi verrai a dire, perché sei rimasto e tutti i professori davvero bravi, dove sono?
Sono rimasto perché il mio Professore è uno dei pochi davvero bravi che ti insegna, seppur con i limiti del luogo. Dopo quattro anni di specializzazione, onestamente mi sono fatto un'idea tutta personale che cercherò di riassumerti in breve in diversi punti.
1. Ami la chirurgia vascolare? Bene, segui il tuo sogno e non farti abbattere da chi dice che gli emodinamisti o i radiologi interventisti prenderanno il tuo posto. Nel prossimo futuro, al contrario, ci sarà sempre più bisogno di condivisione e cooperazione tra tutte e tre le figure specialistiche.
2. In Italia ci sono diversi centri (Milano, Bologna, Roma, Genova, Padova e poi gli altri a seguire (non dimentico Messina, anche se bistrattata e non pubblicizzata) dove si formano degli ottimi specialisti in chirurgia vascolare e dove si può avere la possibilità (senza troppi drammi da parte del direttore di scuola) di fare il periodo di formazione all'estero, momento fondamentale di crescita dello specializzando.
3. Il problema fondamentale dello specializzando in chirurgia è l'esperienza in sala operatoria, il curriculum operatorio e la possibilità di operare come primo operatore. Questo problema è trasversale in tutta Italia, da nord a sud, anche nei migliori centri. Uscirai un ottimo specialista ma difficilmente avrai fatto un'aorta open come primo operatore. Sta a te, successivamente, darci dentro e imparare sul campo. Rischioso e davvero grave ciò che dico, ma è così. Ti porto esempio del UK, nel quale è necessario attestare di avere eseguito un tot di interventi come primo operatore durante l'anno, pena la ripetizione dell'anno appena trascorso. Da noi esistono queste regole, ahimè, solo sulla carta.
4. Prospettive di lavoro, altro tasto bollente. Nei prossimi dieci anni massimo ci saranno molte opportunità di lavoro, tenendo in considerazione il pensionamento di molti anziani colleghi. Tra l'altro, le patologie vascolari sono in netto aumento e ci sarà sempre più bisogno di noi. Allora qual è il problema? La difficoltà di far carriera e l'iniquo rapporto qualità/prezzo, che è un problema tipicamente italiano, considerate le falle di tutto il sistema sanitario.
In Italia abbiamo un sistema basato sui primariati (a piramide) al contrario del sistema dei consultant nello UK, dove tutti operano in egual modo e tutti è come se fossero dei primari all'interno della stessa unità e questo ti permette di fare molta strada. Tra l'altro, lo stipendio pubblico rapportato alla mole di lavoro è davvero imbarazzante (considerazioni molto personali e contestabili).
Ci sarebbe molto più da dire, se hai qualche dubbio fai un fischio. Spero solo che tu segua e che si avveri il tuo sogno e non permettere mai a nessuno di dire cose devi e non devi fare.
A presto.
Non so se vedrai mai questo messaggio, ma volevo chiederti, a distanza di circa sette anni, com’è la situazione? Nello specifico sia per il discorso disponibilità di lavoro e sia per quanto riguarda la discussione sulla vascolare vs radiologi interventisti, ecc.
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a) per quanto riguarda il lavoro, non tutti coloro che si sono specializzati lavorano effettivamente come chirurghi in ospedale o clinica; almeno per i primi anni dopo la specializzazione, è normale lavorare a P. IVA come ecografista per ecocolordoppler AAII e TSA in centri convenzionati ( mi dicono 1000 - 1200 E al mese netti, ma bisogna valutare tante variabili)
b) è vero che in ambito Aterosclerosi e A. obliterante A.I le procedure interventistiche sono diventate preponderanti rispetto alla chirurgia "normale" - che pure continua a essere praticata- ma ora sono i C. vascolari a farle, anche perché i radiologi interventisti sono sempre più coinvolti in procedure diagnostiche (biopsie eco guidate, drenaggi vari...)!
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