Emildandy ha espresso, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, la seguente opinione:ania ha espresso, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, la seguente opinione:
secondo me cambia poco, nazionale o meno se uno ha gli appigli entra e basta!!!
Il figlio del primario, probabilmente, avrà comunque dei vantaggi (le pubblicazioni, per dirne una). Ma il potere dei direttori diminuirà di molto, questo è innegabile.
Dal punto di vista teorico il tuo principio è ineccepibile... dal punto di vista teorico!Dal punto di vista pratico credo che potrà diminuire il potere di direttori di specialità delle piccole università aumentando in maniera esponenziale quella dei \"grossi direttori\": faccio un esempio (città prese a caso e senza nessun riferimento a situazioni reali!)Io direttore della ginecologia di Milano (specializzazione per fama ambita!) ho 50 interni per 3 posti. Il mio essere in un grosso centro mi agevola nell\'avere contatti maggiori a livello nazionale tali da potermi permettere di \"promettere\" ad un paio di interni di specializzarsi a Campobasso! Il povero direttore di Campobasso, anch\'egli valido, tuttavia ancora agli inizi della sua carriera (quanti professori hanno iniziato la carriera accademica nelle sedi \"minori\") si ritroverà così con due interni che non entreranno mai!Insomma concorso nazionale ok, ma è la modalità da riesaminare: si potrebbe fare coì: quiz a risposta multipla e due o tre casi clinici con risposta multipla, correzione in un centro di aggregazione dati stranieri e pubblicazione dei dati su un sito ministeriale! Sebbene sia contro le crocette stile patente di guida, purtroppo la vedo come unica soluzione di selezione oggettiva (fermo restando che questo non necessariamente implichi che la selezione sia realmente per merito!!!)CiaoS
