aiutatemi voi!

Un idraulico guadagna di più. Anche consentire alla gente di andare in bagno senza veder tracimare gli escrementi è "aiutare"... o no? :woohoo:

...il primum movens è sicuramente l'empatia, che deve essere sempre presente verso il paziente.... ma poi dobbiamo essere sinceri: è un lavoro come un altro, alla lunga... e non sono d'accordo sul coinvolgimento della sfera suprema dell'individuo, quale la salute... per alcuni la sfera suprema è spirituale (quindi i prelati sono il "top") per altri la sicurezza (quindi polizia e militari sono il "top"). Dipende dai punti di vista.

Io ci ritengo indispensabili, così come per me è indispensabile lo spazzino che evita di farmi morire in una pattumiera e magari mi aiuta, raccogliendo i rifiuti, a evitare epidemie di peste. E' indispensabile l'operaio che costruisce e fa manutenzione all'ospedale dove io lavoro e dove i pazienti sono degenti.... è indispensabile il macellaio che rifornisce di carne il paese, evitando che muoiano di fame tutti.... è indispensabile l'allevatore che ha fornito la carne....

Certo, siamo anche quelli che finiscono più facilmente in tribunale (dopo i criminali, viva Dio) e quindi credo che andremmo remunerati decisamente di più. Ma tant'è... basta cambiar nazione

insomma, siamo tutti indispensabili. Un pò come dire che nessuno lo è! :evil:

oggi più o meno casualmente mi sono imbattuto nell'aula dove facevano il primo giorno di lezione le matricole di medicine .. e sinceramente ho pensato : poveracci non sapete a cosa andate incontro

Hahahahahah in effetti..... immagino venga quasi voglia di avvisarli del pericolo!!

Ok... avevo scritto che non avrei postato più, ma oggi, andando nei boschi per castagne, ho fatto una riflessione che vorrei sia condividere con tutti, che mettere giù nero su bianco in modo che non mi scappi di mente.
Una riflessione sulla frase di Bea che ha causato così tante incomprensioni fra di noi e una accesa reazione da parte mia: la frase "mi piace aiutare gli altri".
Ed ecco la mia riflessione.
Perché ci piace così tanto "aiutare gli altri"? Mi sembra una riflessione importante, dato che credo almeno il 90% delle matricole in Medicina si iscrivano in Università con questa idea, sogno o ambizione che dir si voglia.

Innanzi tutto va specificato che QUASI SEMPRE, quando si dice che "ci piace aiutare gli altri" intendiamo che questo avvenga non in forma anonima (cioè, non con un bonifico bancario, magari anonimo, all'Unicef, tanto per intenderci), ma che si instauri un rapporto interpersonale fra medico e paziente e che quest'ultimo ci dia poi, in qualche modo, delle GRATIFICAZIONI PERSONALI.
Che possono essere gratificazioni anche economiche (anzi: si spera sempre che lo siano) ma non è detto che debbano essere necessariamente tali: il semplice senso di gratitudine nei nostri confronti, la gratificazione personale di aver curato una persona e (questo è importante!) che quella persona capisca e apprezzi il nostro impegno e la nostra preparazione possono a volte bastare a consolare il nostro ego.
Sì: parlo proprio di ego. Perché se la terapia e la cura avvenissero in forma totalmente anonima e senza relazioni interpersonali di cura/gratificazione per il medico... ci piacerebbe lo stesso così tanto aiutare gli altri? Se gli altri non venissero mai a sapere se e soprattutto CHI ha fatto loro del bene? Ci divertirebbe allo stesso modo aiutare gli altri "tout-court", a fondo totalmente perduto?

Mi direte: "Ci sono però persone che fanno donazioni alla Chiesa o fanno beneficienza!"
Verissimo.
Ma analizziamo i veri moventi, e non prescindiamo dal fatto che alla base c'è sempre, perché è nella natura umana, il proprio "ego" e i propri interessi.

Chi fa del volontariato puro ha una immensa gratificazione personale (certo non economica, dato che di volontariato si tratta!) dal rapporto che si instaura con la gente che viene aiutata: si viene, in un certo senso, "amati" per quello che si fa. E quell'amore gratifica il volontario e dà spesso senso alla sua intera esistenza.

E veniamo ora a chi fa ingenti lasciti economici a Chiesa o altri enti simili.
Lo fa davvero solo per "aiutare gli altri", lasciando totalmente perdere il proprio ego e il proprio tornaconto personale?

Ritengo di no, e non solo perché ciò sarebbe innaturale e quindi impossibile.

Vi cito il caso di una mia amica (ovviamente MOLTO ricca) che ha lasciato alla Chiesa (pur essendo ancora viva e vegeta, con tanto di figli e nipoti) un'intera proprietà immobiliare di parecchie centinaia di migliaia di euro di valore.
L'ha fatto perché moriva d'amore per i bambini africani o filippini che patiscono la fame?
No (ma questo la persona in questione non lo ammetterebbe mai!): essendo una persona molto religiosa e credente, ha pensato bene di investire una piccola parte del suo capitale in qualcosa.
In cosa, mi chiederete voi?
Credo sia abbastanza palese. Chi crede in una vita ultraterrena e in un giudizio divino, è chiaro che si preoccupi della faccenda anche in vita... Un margine di dubbio ce lo hanno senz'altro anche i credenti più devoti, ma, nel dubbio, e se posso permettermelo economicamente, perché non "acquistarmi" già da ora un piccolo posticino privilegiato anche in Cielo?
Chi crede penserà: "...tutti siamo peccatori, questo è vero... Ma qualcuno in Paradiso dovrà pure andarci, dato che il Paradiso esiste! E se non ci vado io, che, oltre a recarmi tutte le domeniche in Chiesa, a non aver mai ucciso nessuno, regalo tanto di villa con vigneto ai padri Barnabiti, chi ci potrà andare?"

Ok: ho messo nero su bianco i miei pensieri, e saluto ancora una volta, con simpatia, gli amici che ho conosciuto su questo Forum!

ciao guido...mi fa piacere sentirti ancora!

hai centrato il punto...si aiutano gli altri in realtà per aiutare se stessi!

per qualche tempo ho fatto il lettighiere della croce rossa e ho notato che praticamente tutti facevano volontariato per sentirsi realizzati...la gran parte era gente che faceva lavori poco gratificanti e aveva bisogno di sentirsi un po' più importante e considerata...e cosa c'è di meglio che una divisa, la sirena dell'ambulanza e credere di fare la differenza? (anche se poi in realtà sei solo un portantino vestito come un cantoniere dell'ANAS e non hai nessun genere di formazione...)

Due ottimi post, che condivido appieno.... è per il proprio ego che, intimamente, si sceglie medicina... Solo che a 17 anni spesso non lo comprendi...

Guido, potevamo convertire la tua amica all'evangelismo e tu avresti fatto il pastore: conoscevo un pastore che non lavorava ma aveva AUDI e villa con piscina, pagata a suon di decime dai fedeli.... Un grande: senza i fessi....

MIO MINIPONY ANCHE GLI EVANGELISTI SON .....