Dubbi e Consigli

Ho bisogno di qualche opinione, da parte di colleghi che probabilmente si sono già trovati di fronte a questo dilemma, ma anche da parte di chi questi dubbi non se li è mai posti.
Mi trovo di fronte ad un profondo conflitto interiore, che non mi permette di prendere con serenità una decisione, LA decisione, che riguarda il mio futuro lavorativo.
Da una parte c'è la possibilità concreta di entrare in specialità, che ho scelto e su cui ho investito gli ultimi anni della mai vita, dall'altra il rifiuto per questa disciplina (più che altro per il lavoro futuro) che non ti porta ad avere un reale contatto con il malato e con la patologia medica. La scelta è stata fatta in un momento di profonda crisi, di stanchezza per gli esami che non sembravano finire mai e di paura dell'eccessivo coinvolgimento nel rapporto con il paziente. Finita l'Università, dopo le prime guardie e sostituzioni, ma soprattutto dopo aver trascorso mesi in PS accanto ad un tutor magnifico, mi sono resa conto che la decisione presa forse non era più quella giusta, non faceva per me...Mi sono accorta di quanto mi piaccia lavorare sul territorio, di quanto mi soddisfi il rapporto con il paziente (in cui sono riuscita ad incanalare anche quell'eccessiva empatia che mi contraddistingue e che all'inizio mi spaventava molto) e di quanto mi mancherebbe tutta la parte clinico-diagnostica della medicina generale.
Ho scacciato questi pensieri, per mesi.
Ora, a 10 gg dal concorso, sola davanti ad una infinità di quiz e di libri, questi pensieri emergono in tutta la loro conflittualità: provare o meno la specialità? Aspettare il concorso mmg? Ed in caso di ingresso al corso abbandonare, con tutte le difficoltà legate alla delusione dei colleghi/Prof? O non provare proprio, con la possibilità di non riuscire ad entrare neanche al corso e trovarmi così senza alternative?

Ringrazio chiunque voglia rispondere con esperienze personali o con qualche saggio (anche se non troppo) consiglio.

Intanto prova il concorso per la specializzazione, poi tenti anche quello di MMG e se va bene come ti auguro, saluti prof e colleghi e inizi la tua nuova avventura.
Non farti problemi di chi potrebbe restar deluso o da chi potrebbe storcere il naso, chi è intelligente e ti apprezza, ti conosce, capirà e sosterrà le tue motivazioni.
In bocca al lupo!
P.S. Per quale specializzazione stai tentando, Medicina d'emergenza-urgenza, Anestesia?
E in ogni caso potresti anche provarne una seconda dove hai più contatto col paziente e la vita è più tranquilla

Ciao Fra Doctor, è buffo pensare che hai interpretato medicina d'urgenza come mancanza di rapporto con il paziente...e che io ricerchi la tranquillità! E' esattamente il contrario: mi piace l'emergenza ed anche la "vita di frontiera", anche se non so per quanto tempo potrei tollerarla. Per questo ho pensato che la medicina generale (magari implementata con un corso di emergenza territoriale) potesse essere una buona soluzione.
La mia scelta riguarda una medicina dei servizi (non anestesia ovviamente ma lavoro), che con l'emergenza non ha nulla a che vedere. Ovviamente proverò anche altro, ma quest'anno le possibilità sono quasi inesistenti.
Il problema si pone anche per il fatto che lasciare una specialità vuol dire negare a se stessi un titolo di studio rivendibile e soprattutto l'accesso ad una formazione che, se fatta adeguatamente, può essere qualcosa di aggiuntivo, oltre al problema dei rapporti interpersonali che si formano.
Mi rendo conto di avere le idee piuttosto confuse (altrimenti non sarei qui a scrivere); rimane cmq la possibilità di non passare il concorso, in quel caso le scelte sarebbero molto più facili.

Ti ringrazio per il tuo consiglio.

Intendevo che in PS non hai un rapporto di continuità col paziente, non lo segui fino al completamento del decorso se viene ricoverato, ma di certo il primo e più importante contatto il paziente ce l'ha con l'urgentista; e comunque il rapporto col paziente certamente dipende dal tipo di settore che sceglierai, ma se hai un carattere non adatto al rapporto con l'animo umano.. conosco internisti che hanno tutto fuorchè rapporto col paziente.
Si le idee le hai abbastanza confuse ma è normale, capisco i tuoi dubbi.
Su una cosa non sono del tutto d'accordo con te o con chi fa i ragionamenti: "vabbè non provo tanto è impossibile". Scusa ma al limite va male, non entri però c'hai provato e il prossimo anno si ci pensa e ci si organizza a dovere.
Quando parlavi medicina del territorio pensavo ti riferissi prevalentemente al MMG.
Certamente credo la specializzazione ti dia un valore aggiunto, anche se poi dipende molto da te, da come ti prepari e da come interpreti il tuo lavoro.
Se poi diresti cosa vuoi fare, senza fartelo strappare con le tenaglie, sempre se ti va, sarebbe più semplice darti un suggerimento o comunque un diverso punto di vista.
In ogni caso, la cosa migliore a mio giudizio che tu possa fare è provare il concorso per la specializzazione che vuoi/vorresti fare e quindi non mi sto riferendo a medicina del lavoro, che mi pare di aver capito sarebbe la tua scelta sicura ma non ciò che vuoi, quella che è la tua passione.
Contestualmente hai due possibilità:
1) provi anche medicina del lavoro, entri e ti fai un anno pagata, quindi il prossimo anno ritenti la specializzazione dei tuoi sogni
2)resti ferma un giro e nel frattempo continui il tuo lavoro in PS o nel settore che ami preparandoti per il prossimo concorso.

In ogni caso ti auguro il meglio per qualsiasi cosa tu decida di fare, incrocio le dita per te e ti rinnovo il mio invito a fregartene della delusione degli altri ma a pensare a ciò che per te è meglio e a cosa vuoi tu. Va diritto per la tua strada!

Mi rendo conto che i miei pensieri sono abbastanza confusi, d'altronde è lo specchio di quello che realmente vivo: confusione. :pinch:

Hai ragione ad aver inteso che il MMG è l'opzione che mi piace, sia per l'attività clinico-diagnostica, sia per il rapporto con il paziente, sia per la relativa autonomia, ma a quello aggiungerei volentieri anche un po' di attività più nell'urgenza, per la paura dell'eccessiva staticità del lavoro. Quello che mi spaventa maggiormente è l'organizzazione del corso, che secondo me prepara meno rispetto a 5 anni di specialità, la difficoltà ad entrare subito e la strada (lunga) per avere uno studio.

A questo però aggiungo che anche fare una specialità per me sarebbe importante; non è che bisogna tirarla fuori con tenaglie, è che non so realmente quale vorrei fare; se mi dicessero che potrei entrare ovunque, senza test, ti assicuro, nn so cosa sceglierei, perchè ci sono troppi pro e contro per ognuna (possibilità lavorative, guadagni, burnout).

Io parto dal presupposto che il reparto non mi piace, non mi piace vedere e rivedere lo stesso paziente per 3 settimane, per arrovellarmi su quale possibile patologia possa avere. Neppure lavorare in ospedale è una cosa a cui aspiro, troppi compromessi che non sono disposta ad accettare. Per questo mi sono anche orientata su lavoro: la possibilità di lavorare autonomamente è stata sicuramente una spinta importante, insieme (come dicevo prima) allo scarso rapporto con il malato, che però adesso vorrei e ricerco.

Il PS mi piace, è veloce, con pochi compromessi ed un buon medico può davvero fare la differenza; ma con il passare del tempo non diventerà un lavoro insopportabile?

Morale che quest'anno proverò anche qualche altra specialità, assolutamente si, ma a conti fatti dico che sarà molto difficile e, davanti alla scelta, probabilmente sceglierei sempre la mia specialità, perchè forse è la strada più facile ed io ho poco coraggio. Ho veramente tanta invidia per quelle persone che sanno cosa vogliono e lo fanno, che hanno in mente solo l'obiettivo.

Ok, grazie per aver ascoltato questo fiume di pensieri distorti :blush: ...probabilmente prima di tutto bisogna passarlo sto benedetto test, se no è come parlare del sesso degli angeli, e poi fare le dovute considerazioni...non si sa mai, come dici tu, che ci sia qualche sopresa :woohoo:

Ciao betz!
Io sono nella tua stessa situazione. Mal comune, mezzo gaudio
Io ho preso un'altra decisione: non fare il test di specialità quest'anno. Un po' per i vari "casini" che sono successi che mi fanno pensare che ci sia qualcosa di losco sotto, un po' per rigenerare le idee. D'altra parte in specialità si guadagnerà pure, ma fare una cosa che non si vuole fare è un'agonia lenta, e io l'ho provato con la mia tesi (il cui solo pensiero ora mi fa rabbrividire). Inoltre sbagli se pensi che sia un titolo da avere a tutti i costi: è più uno sfruttamento che una vera preparazione, molti se ne lamentano.
Nel tuo caso specifico, credo che quella da te scelta sia proprio una strada verso la burocrazia piuttosto che verso il paziente, la cui affinità con la medicina legale riduce ancor di più le possibilità di lavoro.
Aggiungo anche che molti colleghi specializzati che conosco, nelle branche più disparate, dalle chirurgiche alle cliniche, appena finita la specialità hanno intrapreso il percorso MMG, in quanto molto spesso lavoro non ce n'è nemmeno se sei chirurgo maxillo-faciale. E sono felicissimi della loro scelta. Qualcosa vorrà pur dire, no?
Insomma, io fossi in te mi concentrerei sull'esame per MMG (che è tosto) e continuerei ad affinare quella che è la tua passione, in PS o con piccoli lavori. Ricorda che è possibile anche essere assunti con contratti di formazione a tempo determinato ovviamente in alcuni reparti. L'anno prossimo, se questo benedetto concorsonazionale passa, forse saremo liberissimi di scegliere finalmente in base a ciò che realmente ci piace, a prescindere dal percorso che abbiamo deciso di intraprendere durante il corso di studi, che non dà un'idea di quella che è la vera medicina.
In conclusione, ti lascio con una frase che mi disse un collega più esperto in risposta ai miei dubbi: non entrare in specialità non è un male, anzi! Tutti dovrebbero passare del tempo a perseguire i propri interessi e ad ampliare il misero bagaglio che si ha da neo-laureati e solo dopo scegliere con certezza cosa si vuole essere. Perchè a fronte di quei 2-3-4 anni che impieghi ad entrare nella specialità che desideri, ci sono in media 40 anni di vita lavorativa, che sono tantissimi. Perciò prenditi il tuo tempo e fa solo ciò che sai ti farà felice!