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Tumori, la sfida è riabilitare

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15 Anni 6 Mesi fa #152938 da psilocina
Si chiude oggi a Verona il decimo congresso nazionale dell\'Aiom, l\'Associazione italiana di oncologia medica che riunisce la stragrande maggioranza degli oncologi medici in Italia e a cui hanno partecipato oltre 2.500 esperti. Sotto la lente, le terapie innovative e la crucialità dell\'alleanza medico-paziente. Tra i dati più allarmanti, le carenze di riabilitazione oncologica: in media in Italia solo 3 strutture su 10, 4 su 10 al Nord e al Centro e nemmeno 2 su 10 al Sud e sulle isole. A tirare su la media è l\'Umbria con ben 8 strutture su 10. A dare la notizia è il settimanale Sanità del Sole 24 Ore.«Nell\'Italia a macchia di leopardo - scrive il Libro Bianco dell\'Aiom - è necessario mettere al passo la dotazione diagnostica per consentire ai pazienti di usufruire alla pari delle possibilità di cura offerte dall\'avanzamento scientifico e tecnologico. Al centro del problema c\'è propri la carenza di tecnologie. Spicca la scarsità di risonanza magnetica (Rm), Tomografia (Pet) e scintigrafia, ancora troppo spesso carenti nei centri oncologici e/o nelle aziende sanitarie italiane e comunque presenti nel 72,3, 18,7 e 50,8% delle strutture di oncologia medica italiane».«Il Nord Italia i tumori gastro-intestinali - scrive Sanità - al seno, del sangue e della pelle diagnosticati sono addirittura il doppio rispetto a ogni centro oncologico-medico del Sud e delle Isole. Distribuiti in maniera un po\' più uniforme, i casi di carcinoma del polmone (75-74 al Centro-Nord e 51 al Sud) e di neoplasie dell\'apparato genitale femminile (32 al Nord, 27 al Centro e 22 al Sud). I tumori rari, invece, sono appannaggio delle strutture del Nord con 16 casi in media per struttura, contro i 6 del Sud e i 9 del Centro».«La riabilitazione va scartamento ridotto - conclude l\'articolo - Se per le cure immediate in qualche modo ci si attrezza, è sul \"dopo\" che emergono le maggiori carenze. Punti informativi o centri di ascolto a disposizione di pazienti, familiari e cittadini sono operativi nel 44% delle strutture oncologiche; di questi, 6 su 10 sono dell\'azienda di appartenenza, 3 su 10 dell\'Unità di oncologia e solo in 1 caso su 10 esistono punti informativi distinti per entrambe le strutture».

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