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CORSO MMG A 40 ANNI. SCELTA O FALLIMENTO?

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9 Anni 10 Mesi fa #200721 da Velasco

Guido T. ha scritto: E voi giovani medici giù a far notti e sostituzioni, non più pagati dall'Asl, ma da un gruppo di medici anziani che vi terrebbero probabilmente in pugno, sia con quattro soldi sudati, sia con il miraggio dell'acquisizione di pazienti in un lontano futuro...

Secondo me il grigio scenario che si prospetta per tutti noi, ma soprattutto per voi giovani, è questo! Altro che posti che si liberano.

Età media dei medici: attorno ai 55 anni, cioè come, più o meno, dicevo io.
E tutti, vi assicuro (a parte me), ben intenzionati a lavorare fin verso i 70.
Vi sembra questo un terreno dove presto si libereranno migliaia di posti? Aspettare altri 15 anni per ben che vada? E fra qualche anno iniziare a fare le notti in qualche Unità di Cure Primarie?



Ecco, avevo dimenticato il progetto "ambulatori h24" per completare il mio fosco quadretto sul futuro della MG.
Sempre meno lavoro per il giovane medico che aspetta la convenzione (e poi, una volta ottenuta, un numero decente di mutuati). E l'attesa è lunga!

Concordo con Guido: il corso di MG non è più un investimento per il futuro così sicuro e saggio, a mio avviso.
Come non lo è qualunque altra strada, al momento.

Se lo si fa per passione allora vale la pena, se invece lo si fa perché si spera in un accesso più rapido al mondo del lavoro e ai grandi guadagni, allora proprio no.

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9 Anni 10 Mesi fa #200724 da einaz80
Sempre in riferimento ai pensionamenti, va bene vedere il bicchiere mezzo vuoto, però a me non sembra proprio così come è stata dipinta.

Se l'età media, come abbiamo appurato, è di 55 anni, contando che è una media, ci saranno parecchi mmg oltre tale età, come dicevo nel piccolo della mia statistica un terzo con più di 60 anni. Ma la mia statistica, lungi dall'essere rappresentativa, ricalca quanto calcolato dall'ENPAM nel 2012, ovvero, cito: "Il fondo per la medicina generale comprende 25mila pensionati e 70mila iscritti, di cui 47mila medici di famiglia, 14-15mila guardie mediche e quasi 10mila pediatri. Ogni anno vanno in pensione circa 1-1.500 medici, ma dal 2015 al 2025 si calcola, in base alla stratificazione dell’età, che andranno in pensione 40mila medici, quindi a rimanere senza medico, in 10 anni, potrebbero essere 25 milioni di cittadini”

Non sarebbe peraltro un fenomeno nuovo, l'Inghilterra lo ha subito pesantemente qualche anno fa, riempiendosi di generalisti di altri paesi e continenti, la Francia tuttora ha grosse difficoltà nelle zone rurali, la Svezia e la Germania reclutano avidamente medici (basta guardare il numero di proposte di lavoro per medici da queste nazioni sul portale Eures), quindi non vedo motivi per cui non possa realizzarsi anche qui da noi.
Tra l'altro, nella mia regione c'è e c'è sempre stata una cronica carenza di titolari di continuità assistenzale, non mi stupirebbe molto l'allargamento di tale carenza ai medici di assistenza primaria.

Non condivido inoltre l'ipotesi che le future guardie mediche non siano più pagate dall'asl ma direttamente dai medici di base ... non mi risulta che sia mai stata proposta in sede di negoziazione una tale ipotesi.

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9 Anni 10 Mesi fa - 9 Anni 10 Mesi fa #200725 da Guido T.
Risposta da Guido T. al topic CORSO MMG A 40 ANNI. SCELTA O FALLIMENTO?

einaz80 ha scritto: Sempre in riferimento ai pensionamenti, va bene vedere il bicchiere mezzo vuoto, però a me non sembra proprio così come è stata dipinta.

Se l'età media, come abbiamo appurato, è di 55 anni, contando che è una media, ci saranno parecchi mmg oltre tale età, come dicevo nel piccolo della mia statistica un terzo con più di 60 anni. Ma la mia statistica, lungi dall'essere rappresentativa, ricalca quanto calcolato dall'ENPAM nel 2012, ovvero, cito: "Il fondo per la medicina generale comprende 25mila pensionati e 70mila iscritti, di cui 47mila medici di famiglia, 14-15mila guardie mediche e quasi 10mila pediatri. Ogni anno vanno in pensione circa 1-1.500 medici, ma dal 2015 al 2025 si calcola, in base alla stratificazione dell’età, che andranno in pensione 40mila medici, quindi a rimanere senza medico, in 10 anni, potrebbero essere 25 milioni di cittadini”

Non sarebbe peraltro un fenomeno nuovo, l'Inghilterra lo ha subito pesantemente qualche anno fa, riempiendosi di generalisti di altri paesi e continenti, la Francia tuttora ha grosse difficoltà nelle zone rurali, la Svezia e la Germania reclutano avidamente medici (basta guardare il numero di proposte di lavoro per medici da queste nazioni sul portale Eures), quindi non vedo motivi per cui non possa realizzarsi anche qui da noi.
Tra l'altro, nella mia regione c'è e c'è sempre stata una cronica carenza di titolari di continuità assistenzale, non mi stupirebbe molto l'allargamento di tale carenza ai medici di assistenza primaria.

Non condivido inoltre l'ipotesi che le future guardie mediche non siano più pagate dall'asl ma direttamente dai medici di base ... non mi risulta che sia mai stata proposta in sede di negoziazione una tale ipotesi.


Per quanto riguarda l'età media e i pensionamenti, spero tu abbia ragione!

Per quanto riguarda la futura ristrutturazione della medicina del territorio, difficile fare ipotesi.
Certo, proposte precise circa il futuro della GM non sono mai state fatte: anche perché mi pare che la GM venga bellamente ignorata.

Si parla però sempre più spesso di "Gruppi di Cure" e di "Ruolo Unico".
Che vorrà dire?
Se faranno lavorare di nuovo per 24h i medici di famiglia riuniti in grupponi, elimineranno di conseguenza la GM.
I medici guardisti non hanno propri mutuati, quindi verrebbero tagliati fuori dal gioco...

Ma: c'è un grosso "ma".
I MMG non hanno nessuna voglia di tornare a fare le notti. Ergo, suppongo io, le GM disoccupate andranno a tappare i buchi notturni e festivi dei mega-gruppi di cure primarie!

Mie fantasie? Non so... Con i colleghi medici e gli amici informatori farmaceutici questo discorso sui futuri scenari possibili torna ricorrente come un mantra... Sarà un caso?
Ultima Modifica 9 Anni 10 Mesi fa da Guido T..

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9 Anni 10 Mesi fa #200726 da einaz80
Che io sappia, la proposta attuale è di organizzare il ruolo unico considerando una quota capitaria ed una quota oraria.
In pratica, al crescere del numero di scelte diminuisce la quota oraria e viceversa. Se sei massimalista copri la tua attività con la quota capitaria, mentre scendendo di scelte aumenta la quota oraria, fino ad arrivare all'ipotetico mmg senza scelte che avrebbe 38 ore di guardia alla settimana. Chiaramente ad una situazione intermedia (poniamo 750 pazienti) dovrebbe corrispondere una quota oraria intermedia (16 ore settimanali? o meglio approssimate a 12 oppure 24?).
Rimane da capire se si tratterebbe di una scelta volontaria oppure obbligata (può il mmg con 750 scelte semplicemente continuare così senza guardie oppure dovrà per forza coprire i turni?)

Da noi in Piemonte la Continuità Assistenziale si è da circa 1 anno già trasformata in questa direzione con il nuovo Accordo Regionale, che prevede che un mmg possa continuare a lavorare in continuità assistenziale oltre le canoniche 650 scelte, in particolare può proseguire con le 24 ore settimanali fino a 900 pazienti, poi può proseguire scendendo a 12 ore settimanali fino a 1200 pazienti, oltre i 1200 pz deve lasciare per forza.

Questo principio di inversa correlazione tra numero di scelte e ore, mi è stato spiegato, corrisponde a quanto elaborato a livello nazionale nell'ipotizzare il futuro ruolo unico.

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9 Anni 10 Mesi fa - 9 Anni 10 Mesi fa #200727 da Guido T.
Risposta da Guido T. al topic CORSO MMG A 40 ANNI. SCELTA O FALLIMENTO?

einaz80 ha scritto: Che io sappia, la proposta attuale è di organizzare il ruolo unico considerando una quota capitaria ed una quota oraria.
In pratica, al crescere del numero di scelte diminuisce la quota oraria e viceversa. Se sei massimalista copri la tua attività con la quota capitaria, mentre scendendo di scelte aumenta la quota oraria, fino ad arrivare all'ipotetico mmg senza scelte che avrebbe 38 ore di guardia alla settimana. Chiaramente ad una situazione intermedia (poniamo 750 pazienti) dovrebbe corrispondere una quota oraria intermedia (16 ore settimanali? o meglio approssimate a 12 oppure 24?).
Rimane da capire se si tratterebbe di una scelta volontaria oppure obbligata (può il mmg con 750 scelte semplicemente continuare così senza guardie oppure dovrà per forza coprire i turni?)

Da noi in Piemonte la Continuità Assistenziale si è da circa 1 anno già trasformata in questa direzione con il nuovo Accordo Regionale, che prevede che un mmg possa continuare a lavorare in continuità assistenziale oltre le canoniche 650 scelte, in particolare può proseguire con le 24 ore settimanali fino a 900 pazienti, poi può proseguire scendendo a 12 ore settimanali fino a 1200 pazienti, oltre i 1200 pz deve lasciare per forza.

Questo principio di inversa correlazione tra numero di scelte e ore, mi è stato spiegato, corrisponde a quanto elaborato a livello nazionale nell'ipotizzare il futuro ruolo unico.


Come tu dici con quel "rimane da capire", le idee che hanno in mente sono poche e confuse.
Ma rimangono da capire tante altre cose.

Cosa resterebbe alla attuale guardia medica?
Se in una cittadina di 50mila abitanti adesso abbiamo una cinquantina di medici di base (a 1000 mutuati l'uno in media, e qui non si scappa perché è aritmetica) che curano i loro assistiti e, diciamo, circa 5 medici di continuità che coprono notti e festivi curando gli assistiti di tutti, in un sistema come quello da te ipotizzato avremmo 50 medici di base che hanno ben 1/3 del loro tempo da impiegare in vari turni orari per curare i pazienti di tutti. Con (si spera, ma sarebbe anche logico) un congruo aumento di stipendio: a parte i massimalisti che non dovrebbero fare turni orari extra ma che (anche qui si spera) non vedrebbero incrementi di stipendio essendo il loro già al massimo.
Ebbene: 50 medici di base che si alternano con vari turni possono ampiamente coprire notti e festivi di ogni mese, riservando spazio anche per qualche festività sumera se si volesse...

Che turni resterebbero ai 5 medici che attualmente fanno continuità assistenziale? Con che soldi verrebbero pagati, se già tutti gli altri medici (massimalisti a parte) dovrebbero aumentare il loro carico di lavoro e di conseguenza dovrebbero anche essere pagati in maniera corrispondente (sempre che esistano dei diritti minimi di lavoratore anche per i medici di base)?

Questo è uno solo dei tanti dubbi.
Altra perplessità che ho io riguarda un eventuale medico bravo, ma senza assistiti. Gli toccherebbero ovviamente solo turni orari in cui dovrebbe curare i pazienti di tutti i colleghi. Se questo medico fosse bravo e disponibile verrebbe subissato di telefonate e di richieste di visite ambulatoriali e domiciliari: ma (e lo dico per esperienza personale) nessun paziente lascerebbe comunque mai il proprio vecchio medico di fiducia...
In che modo il povero e preparato "giovane medico" potrebbe salire con le scelte?
Indipendentemente dal fatto che la gente non lascia quasi mai il proprio vecchio medico, sono sicuro che i soliti noti, massimalisti e sindacalisti, si tuteleranno ben bene nei confronti di una possibile perdita di assistiti, e una delle prime regole che verrebbero istituite sarebbe probabilmente quella che i pazienti non possono liberamente cambiare i medici di famiglia all'interno di un gruppo. Potete scommetterci ben più che una pizza su questo!
E poi: che motivo avrebbe il paziente di cambiare curante, se il giovane medico, come tutti gli altri medici del gruppo (massimalisti a parte), fosse comunque a disposizione di tutti durante i suoi turni?

A parte il paradosso che in questo caso tutti i medici sarebbero, a turno, a disposizione di tutti i pazienti tranne i massimalisti, per i quali, se ho capito bene, il lavoro non cambierebbe: ma si immagina, chi propone un tale cambiamento, il caos che un sistema di questo tipo porterebbe?

Molti pazienti inizierebbero a fare il giro, ovviamente gratuito, fra i vari medici del gruppo, giusto per sentire altre opinioni e per provare nuove cure. Io stesso, fossi un paziente, farei così!
Da qui (ed è facilmente comprensibile il meccanismo): medici in conflitto fra di loro, terapie cambiate e poi riprese, esami prescritti e riprescritti, scelte terapeutiche diverse, gran soddisfazione iniziale ma poi gran confusione per i pazienti, e, soprattutto: lievitazione pazzesca della spesa farmaceutica!
Il Dott. Rossi aveva prescritto un ace inibitore... il Dott.Bianchi nota un po' di tosse nel paziente e cambia il farmaco con un sartano... ma la tosse era solo da reflusso, e il Dott.Verdi prescrive un calcio antagonista perché quello è il suo farmaco preferito... ma al paziente gonfiano i piedi e va dal dott.Neri, che è un giovane inesperto e prescrive un tiazidico non considerando l'insufficienza renale del paziente... e così via in pratica all'infinito!

Ma la mia domanda finale è: perché tutto questo? A che pro? C'è già una assistenza 24h con la continuità assistenziale, i nostri pazienti sono seguiti al meglio con ambulatori e accessi domiciliari, i MMG non vogliono tornare a fare le notti e a curare pazienti di altri, con i quali non c'è un rapporto di fiducia, e invece il trend (almeno a parole finora) è buttare al vento tutto questo, togliere il rapporto di fiducia, indurre i pazienti a consultare gratuitamente tutti i medici che vogliono, far tornare i MMG a fare le notti e togliere (scusate, ma non me lo levo dalla testa) lavoro e futuro alle attuali guardie mediche.

Boh...?! Cui prodest? Forse a quegli stessi che propongono la "rifondazione" e che sperano, come ho già detto, di diventare figure puramente burocratiche (i famosi Coordinatori), lautamente stipendiate, e nulla facenti o quasi...
Ultima Modifica 9 Anni 10 Mesi fa da Guido T..

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3 Anni 11 Mesi fa #209336 da robodont
Posso sapere poi come è finita?

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