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decreto balduzzi

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11 Anni 7 Mesi fa - 11 Anni 7 Mesi fa #188629 da einaz80
Risposta da einaz80 al topic Re:decreto balduzzi
Quoto Andrea Fontanini.

Anche in Svizzera si fa riferimento al minimo di tre anni di formazione specifica post-laurea; pur non essendo UE, ha stipulato accordi bilaterali con l'Europa in merito al riconoscimento dei titoli e segue i principi comuni del resto del continente. Il titolo di Medecin praticien (3 anni) equivale al nostro Attestato, in Svizzera inoltre è prevista una specialità vera e propria in medicina generale della durata di 5 anni e con formazione almeno in parte comune alla medicina interna.

Quanto al discorso dei diritti acquisiti, capisco la rabbia di chi magari per pochi mesi non è rientrato nei paletti e si è dovuto fare il corso, ne ho conosciuto uno.
Non avrebbe però avuto senso fare una cosa retroattiva ... seguendo quel ragionamento, magari fra 10 anni si inventeranno che per lavorare in medicina generale non ci vogliono 3 anni di formazione, ma 5 .... tu magari ti sei fatto 3 anni sei lì al lavoro da anni nel tuo studio medico con i tuoi pazienti e cosa fai? Molli tutto e vai a farti i due anni da "studentello"? Se si inserisce la retroattività, in qualsiasi ambito, cessa ogni fiducia e punto fermo. Chi intraprende il cammino adesso sa che se vuole arrivare ad un certo obiettivo deve fare questo e quello. Cambiare le carte in tavola a percorso in atto o peggio a percorso già ultimato è invece una vera e propria "pugnalata alle spalle".
Si è dovuto inserire un paletto convenzionale e come sempre accade in questi casi c'è chi rientra nella clausola e chi no, chi ne è agevolato e chi magari per 1 giorno ne rimane fuori. Ma d'altronde per definire un prima ed un dopo occorre definire, anche aleatoriamente, un limite.

Sul discorso che non è necessariamente un corso predefinito a renderti migliore sono almeno in parte d'accordo e se ne è già parlato su questo forum, tuttavia per quanto interessante sul piano dialettico è in realtà poco pratico, dal momento che le cose stanno così in Italia come in Europa e c'è una tedenza generale che va verso una richiesta formativa sempre maggiore. Addirittura alcuni Paesi nordici hanno proposto di considerare i medici di famiglia con 3 anni di formazione (vedi italiani, francesi, inglesi ad esempio) come "junior" rispetto a quelli (vedi svedesi, danesi) che svolgono 5 anni. Chiaramente è contro le attuali direttive europee e quindi facilmente contestabile, ma è assai significativo rispetto al discorso che stavo facendo.
Ultima Modifica 11 Anni 7 Mesi fa da .

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11 Anni 7 Mesi fa #188644 da DrHP
Risposta da DrHP al topic Re:decreto balduzzi
Sì, peccato che in Svizzera non ci sia nessun concorso, ma semplicemente dell'esperienza di lavoro certificata e un esame da sostenere, e che lavori da medico dal primo giorno dopo l'abilitazione alla professione, il che è esattamente quello che sostenevo io.
In Italia sei relegato al ruolo di studente anche dopo esserti abilitato ed esserti iscritto all'ordine.


How many loved your moments of glad grace
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11 Anni 7 Mesi fa - 11 Anni 7 Mesi fa #188677 da einaz80
Risposta da einaz80 al topic Re:decreto balduzzi

Sì, peccato che in Svizzera non ci sia nessun concorso, ma semplicemente dell'esperienza di lavoro certificata e un esame da sostenere, e che lavori da medico dal primo giorno dopo l'abilitazione alla professione, il che è esattamente quello che sostenevo io.
In Italia sei relegato al ruolo di studente anche dopo esserti abilitato ed esserti iscritto all'ordine.


Assolutamente sì, e se è quello che intendevi in precedenza, sono d'accordo.
In realtà, come molti sapranno, anche in Italia un tempo era così ... trovavi un lavoro da medico assistente e nel mentre ti specializzavi, il che significava andare in università a dare ogni tanto qualche esame. Un mio zio ha fatto così per Anestesia e mi ha spiegato bene il procedimento. Potevi lavorare negli ospedali periferici e ti recavi dai grandi capi universitari solo appunto per ricevere come dire il benestare alla tua prosecuzione del cammino e alla fine l'ufficializzazione del percorso compiuto.

Un processo a mio parere ineccepibile, d'altronde lo studio vero e proprio che ti permette di capire "da che parte è girato il pz" dovresti averlo già svolto nel corso di laurea, se così non è significa di fatto che l'università non risulta adeguata. La specializzazione dovrebbe essere un percorso assolutamente pratico e quindi il concetto di medico a tutti gli effetti (quale di fatto sei in quanto medico abilitato, dato che di fronte alla legge potresti anche compiere un intervento a cuore aperto) che è "assistente" ma nel contempo cresce ed evolve verso il ruolo di specialista è totalmente condivisibile a mio avviso.

Qualcosa evidentemente ad un certo punto è intervenuto, qualcuno con la memoria storica del caso potrebbe spiegarne il perché, personalmente non lo so. Di certo l'attuale impostazione ha dato grandissimo potere ai grandi capi universitari e questo probabilmente ha influito nel determinare la trasformazione. Accentrare obbligatoriamente la formazione specialistica (di fatto necessaria per ambire ad un posto decente) in pochi poli universitari, con numero contato e definito dal Ministero, trasformando medici abilitati in studenti ha creato grande forza lavoro a basso costo e basso potere contrattuale. Già solo l'inquadramento dello specializzando in una figura che può ricordare quella dello "studente" e che percepisce una "borsa di studio", se ben ci si pensa, ha un impatto psicologico formidabile. La scusa per condurre tale accentramento? Probabilmente l'affermazione che "solo in pochi centri di eccellenza si può formare un medico valido" ... Forse sarà adeguato per la microchirurgia della mano un tale ragionamento. Ma affermare in generale una cosa simile significa indirettamente dare dei "mediocri" a migliaia di bravi Colleghi che lavorano in ospedali più o meno grandi della Penisola. Come se l'infarto venisse curato adeguatamente solo al mega-policlinico universitario di chissàdove.

Ad ogni modo, come probabilmente ho già scritto in passato (la ripetitività sta diventando una mia prerogativa, non lo faccio apposta è che dimentico facilmente cosa ho già scritto e cosa no), un conto è bocciare a piè pari il concetto di formazione post-laurea, il che mi sembra quantomeno anacronistico, un conto è discutere su quale sia il modo migliore per effettuare suddetta formazione e, ribadisco, il meccanismo a cui ti riferisci (Svizzera) mi sembra assolutamente adeguato, probabilmente troppo intelligente per essere mai (re)introdotto nell'Italia di oggi.
Ultima Modifica 11 Anni 7 Mesi fa da .

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11 Anni 7 Mesi fa #188686 da DrHP
Risposta da DrHP al topic Re:decreto balduzzi
Constato con piacere una volta di più che alla fine, spiegandoci con calma, ci ritroviamo ad essere perfettamente d'accordo.

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