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Ruolo del MMG e soddisfazione professionale

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12 Anni 5 Mesi fa #178343 da einaz80
Per quanto riguarda l'urgenza, chiaramente il medico sul territorio non ha grandi strumenti diagnostici a disposizione e quindi a mio modo di pensare chi fa troppo da sé e non delega agli altri più che un "grande" è un incosciente ...

Poco tempo fa leggevo di uno studio sperimentale secondo il quale mediante un uso adeguato della medicina del territorio si era riusciti a ridurre del 60% gli accessi in PS ... ironicamente mi verrebbe da chiedere agli autori di tale indagine quanti di quel 60% sono morti e quanti sopravvissuti.

Era chiaramente una frase provocatoria, ma obiettivamente messo così tale risultato non ha senso ... se in quel 60% ci sono i cosiddetti codici bassi, per i quali non è previsto un particolare iter diagnostico ospedaliero, allora ben venga che si potenzi il territorio e si arrivi al 100%.

Ma se, per fare i numeri, in quel 60% che resta a casa ci mettiamo dentro in toto sintomi delicati come dolore toracico, dispnea o dolore addominale, allora mi domando dove stia il confine tra abilità ed incoscienza.

Partire dal presupposto che la soddisfazione sia funzione di quanto si è in grado di fare da sé è a mio giudizio molto pericoloso, sia nell'acuto che nel cronico, perché a mio modo di vedere prima ancora deve essere ben chiaro il concetto di LIMITE, che non vuol dire essere "scarsi" o insoddisfatti, ma realisti.

Che ne pensate?

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12 Anni 5 Mesi fa #178349 da Riccardo
penso che il punto stia proprio nel definire dove cada quel "limite".. perchè se il mmg è libero di fare il medico solo con influenza e mal di pancia e deve seguire piani terapeutici consigliati da altri per qualsiasi patologia più complessa, capisci da te che per quanto si possa essere realisti ci si sente insoddisfatti... se al minimo accenno di intrigo diagnostico si mettono di mezzo l'internista, il reumatologo o l'endocrinologo non rimane che firmare ricette.. no? per questo mi piacerebbe sentire il parere di qualche mmg esperto, magari con qualche esempio pratico... 

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12 Anni 5 Mesi fa #178361 da einaz80
Il medico di medicina generale a mio parere non trae soddisfazione tanto dall'autonomia professionale della diagnosi e terapia quanto dal privilegio di avere visione di insieme del paziente, della sua storia della sua famiglia. E' un ruolo in cui conta molto la comunicazione, il rapporto umano.

Se misuri il grado di soddisfazione su quanto si può fare senza ricorrere agli specialisti, a mio giudizio esprimi un orientamento probabilmente più adatto ad un ospedaliero/specialista che non a un MMG.
La medicina è ampia, si va dall'epidemiologo al chirurgo d'urgenza, ogni figura ha i suoi pregi e difetti, probabilmente non tutti siamo portati o interessati a fare Doctor House, e magari quello che per te è insoddisfazione per un altro è ricchezza, perché comunque non siamo solo macchine da aggiustare ma innanzitutto persone. Dipende molto da come ti vuoi approcciare alla professione.

Io non sono un MMG esperto, ho soltanto fatto il corso qualche anno fa.
Da 3 anni che sono iscritto al forum non ne ho ancora trovati di MMG "esperti", tant'è che si chiama giovanimedici. Ben venga che arrivi un collega più esperto su queste pagine a darci il suo punto di vista.

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12 Anni 5 Mesi fa #178365 da Eneriel

Il medico di medicina generale a mio parere non trae soddisfazione tanto dall'autonomia professionale della diagnosi e terapia quanto dal privilegio di avere visione di insieme del paziente, della sua storia della sua famiglia. E' un ruolo in cui conta molto la comunicazione, il rapporto umano.
Se misuri il grado di soddisfazione su quanto si può fare senza ricorrere agli specialisti, a mio giudizio esprimi un orientamento probabilmente più adatto ad un ospedaliero/specialista che non a un MMG.

Condivido a pieno Einaz il tuo modo di vedere questa professione. Sono un'internista ma ho deciso di iscrivermi al corso di mg (che inizierò a giorni) perchè fare il medico di famiglia è il mio sogno dai tempi dell'università. In realtà non ho esperienze dirette nel campo (non ho mai fatto una sostituzione fino ad ora  ???) ma dopo gli anni passati in ospedale, che comunque non rinnego per la qualità di formazione che mi hanno dato, sono sempre più convinta che siano proprio i medici di medicina generale a poter trarre le più grandi soddisfazioni sia cliniche che umane dal rapporto con i loro pazienti. In ospedale il lavoro dell'internista, così come quello dello specialista in generale, può essere sicuramente fatto con grande umanità ma è il fatto stesso che i pazienti sono "tuoi" solo per il tempo del ricovero che rende il rapporto intenso ma forse meno gratificante alla lunga. La terapia dell'acuzie poi deve sempre partire da una visione d'insieme del paziente ma necessariamente alla fine sarà mirata a risolvere il problema specifico del ricovero... un approccio olistico e preventivo oltre che curativo ce lo sogniamo in ospedale!! Anche dal punto di vista clinico poi non è che l'internista fa tutto da solo... non avrebbe senso non consultare gli specialisti (ovvio con grano salis) primo perchè è garanzia di migliori cure per il paziente visto che lo specialista nel suo ramo è necessariamente più esperto ed aggiornato di un medico generico o di un internista, secondo perchè il confronto tra colleghi è secondo me sempre fonte di arricchimento culturale oltre che umano. Credo che nel fare il medico di base non mi sentirei sminuita a cercare il consulto degli specialisti, anzi è una cosa che ricercherei (sempre cpon grano salis) proprio come forma di aggiornamento e revisione continua delle mie conoscenze, che ad un certo punto potrebbero anche risultare sorpassate. Il segreto secondo me è sentirsi prima di tutto alleati del paziente e come tali pronti ad utilizzare tutte le risorse disponibili (in primis il proprio bagaglio di conoscenze ed esperienze, poi anche il consulto, gli esami diagnostici etc) per aiutarlo a risolvere i suoi problemi.
Avrei altre cose da dire ma mi sa che ho già scritto troppo  :-[ non so cosa viene fuori scusate è il mio primo post! Approfitto per salutare tutti i partecipanti al forum, che trovo uno spazio di scambio e riflessione molto interessante... grazie a tutti! 

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12 Anni 5 Mesi fa #178369 da DocRock
CONCORDO IN TUTTO E PER TUTTO CON ENRIEL!!!

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12 Anni 5 Mesi fa - 12 Anni 5 Mesi fa #178370 da einaz80
Sono contento di tale condivisione dei punti di vista. Rileggendo il mio post temevo forse di aver posto troppo l'accento sulla dimensione appunto olistica e sull'aspetto comunicativo, inducendo magari qualcuno a ritenere che il MMG fosse una specie di "psicologo" / "assistente sociale" ...

In realtà l'ars medica rimane sempre a mio modo di pensare il principio di fondo che ci fa agire, ci mancherebbe che ci mettessimo "solo" a consolare pazienti ansiosi o ipocondriaci e delegare tutto ciò che è patologia organica ad altri. Assolutamente no. L'argomento è e sempre rimarrà la medicina, ma forse ciò che cambia è l'atteggiamento, quindi non COSA si fa ma COME lo si fa.

La medicina generale cosiddetta è anche nota con altri termini, quali medicina di famiglia e medicina di base. Nessuno di questi termini se visto dal giusto punto di vista deve sembrare svilente. E' medicina di famiglia perché appunto si rivolge al paziente nel suo habitat naturale, non in quell'ambiente "artefatto" che è il reparto ospedaliero, e perché considera il singolo nelle sue dinamiche familiari e sociali. E' medicina di base non nel senso di medicina "banale/di basso rango" ma intendendo la base come "fondamenta", senza la quale tutto ciò che si costruisce sopra non è stabile.

Il MMG dovrebbe fungere da quello che gli anglosassoni chiamano "gatekeeper", quindi filtro primario (PRIMO livello) che gestisce quello che può limitatamente ai mezzi di cui dispone e dirige, smista e coordina quello che non può gestire da solo (non per ignoranza o incapacità, ma perché con le tecnologie attuali e la mole immensa di nozioni e abilità super specialistiche non è realistico né sensato pretendere di poter fare tutto da soli) ai servizi di SECONDO livello. Trattasi di un'esplicita distinzione concettuale ed operativa tra i vari livelli di assistenza.

Felicissimo di conoscere persone come Eneriel che dopo un percorso in medicina interna si sono "rimesse in gioco" intraprendendo una nuova strada in un ambito spesso ancora non compreso (da colleghi e popolazione) e che può talvolta rappresentare un "ripiego" più che il frutto di una sincera passione. Grazie!
Ultima Modifica 12 Anni 5 Mesi fa da .

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