Come hai sottolineato tu stesso, l’argomento non è semplice, ed è dibattuto da persone molto autorevoli. Schematizzando un po’, il nostro approccio è questo:- nei giovani, non usiamo G-CSF in induzione poiché vi sono dati contrastanti in letteratura. Lo usiamo invece durante il consolidamento (protocollo sperimentale, pegfilgrastim dal +9), raccogliendo PBSC al termine. I dati della letteratura sembrano concordi nell’indicare che il G-CSF durante il consolidamento delle AML non incrementa il rischio di relapse.- negli anziani, abbiamo applicato nell’ultimo anno lo schema MyAI3-G (mylotarg, ara-c ed idarubicina a dosi ridotte), che prevede la somministrazione di G-CSF dal giorno successivo al termine della CHT. Alla luce di recenti evidenze (numeri ancora piccoli), secondo i quali l’esclusione del G-CSF non aumenta le complicanze in questo setting di pazienti (lo schema è tollerato bene comunque) anzi porta ad un lieve incremento della sopravvivenza, le nostre nuove linee guida non prevedono più l’uso del fattore di crescita in tutti i pazienti. - per quanto riguarda la gestione delle complicanze (neutropenia febbrile), è molto difficile fare un discorso generale…dipende dalla fase terapeutica, dalla durata prevista di neutropenia, dal rischio infettivo/eventuali isolati, dalle condizioni complessive…Altri centri??
