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Quale futuro per l'anestesista in EMERGENZA?

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13 Anni 5 Mesi fa #168678 da
Ciao cjs, volevo chiederti perchè reputi che nell' ET i neo-laureati vengano fregati?

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13 Anni 5 Mesi fa #168683 da C.J.S.
Adesso in molti posti c'è un'enorme richiesta per medici 118. Per questo motivo nell'ET viene assunto più o meno chiunque lo chiedo. Spesso senza avere la preparazione necessaria. E, mentre in ospedale c'è sempre da qualche parte il collega più anziano che ti dà una mano se ne hai bisogno, sull'abz sono tutti cazzi tuoi (scusate il francese). è chiaro che il dirigente di ET ti dice "vieni, vieni che ho bisogno, meglio te che niente", ma poi tu, fresco, fresco di laurea di ritrovi solo ad affrontare situazioni spesso difficili anche per medici con moltissima esperienza. Perchè quello che vedi là fuori è davvero di tutto, e devi essere ferrato in molteplici campi, che vanno dall'IMA al distacco di placenta, dalla rottura traumatica del globo oculare fino al carcinoma pancreatico. E se sbagli, c'è guariniello che ti chiede il conto.
Di nuovo, nella maggior parte dei servizi riesci a svangartela anche se sei un pischello (come sei a posto con la coscienza è affar tuo; io sn timorato di Dio e soprattutto dei giudici, ed è questo il motivo per cui ho scelto la spec e non entrare in ET), ma ci sono situazioni che non sei in grado di gestire. Magari se sei fortunato non ti capitano, però affidarsi alla fortuna non è mai una cosa saggia.

Tutto IMHO.

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13 Anni 5 Mesi fa #168716 da Niqoletta

Ciao cjs, volevo chiederti perchè reputi che nell' ET i neo-laureati vengano fregati?

Concordo con C.J.S.
Inoltre l'ulteriore fregatura consiste nel fatto che il neo-laureato che inizia a fare ET, senza formazione specifica e senza un adeguato back-ground, guadagna un pacco di soldi (nella mia Regione siamo a 4500€ circa NETTI in busta per i convenzionati che, tra l'altro, vengono spesso assunti a tempo indeterminato dopo pochi mesi di tempo determinato)
Ovvero: la Regione l' ammalia con un ottimo stipendio e il neo-laureato cosa fa? Si adagia. Perchè ha un lavoro sicuro a TI e un signor stipendio (concedetemelo: con un minimo sforzo tra l'altro. Preciso che sono ex-118, dopo quasi 10 anni di servizio).
E qui scatta la tragica fregatura: un giovane medico ritiene di essere arrivato. Ma non è così. In 118 puoi diventare BRAVISSIMO; puoi certificarti in tutti i corsi che vuoi; puoi essere il più preparato e il più figo...ma arrivi sempre al punto oltre il quale non puoi andare. Il punto da cui partono urgentisti e rianimatori.
Inoltre il 118 è INCOMPATIBILE con la frequenza della specialità, per cui il giovane medico tende a rinunciare alla crescita professionale e se ne resta imbozzolato nell'ET.
L'ET nella mia Regione funziona discretamente bene, con l'eccellenza di alcune province tra cui la mia, ma è drammaticamente vero che non faccia selezione all'ingresso: arruola, paga e abbandona il professionista a sè stesso...salvo ricordarsene per i "culi" del caso...
Infine io sono scettica sul futuro dei medici del 118 in quanto alla Regione costano troppo (un' india 118 che faccia anche eli prende non più di 1200/1300€ NETTI al mese) e ne riesce a trovare sempre meno.
Mi sa che si andrà sempre di più verso equipaggi di soli soccorritori (per i quali la Conferenza Stato-Regioni sta cercando di  promuovere un futuro da veri tecnici/paramedici, come già all'estero) e india, col mike che interviene solo su casi selezionati. E potrebbe anche essere che tali mike vengano presi tra gli specializzandi della neonata scuola in MU, come periodo formativo.

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13 Anni 4 Mesi fa #169217 da DocSimo
Già, da tempo si parla di rivalutare la presenza del medico in ambulanza e forse prima o poi si arriverà alla sua estinzione, almeno in parte.
Ma considerando alcuni aspetti:
- il medico 118 ha un'azione limitata, che spesso si ferma nel momento in cui sbarella il pz in pronto;
- la formazione (quando c'è) è carente, specie per i neo-abilitati o per chi non è specialista;
- varie ed eventuali,
Non è più sensato che medici dipendenti della struttura ospedaliera (nelle aree critiche) svolgano turnazioni in 118, come già avviene per l'elisoccorso? In questo modo, a mio avviso, si aumenta il profilo professionale del medico e non lo si limita al solo ambito pre-H....e forse ci potrebbe addirittura essere un contenimento dei costi.

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13 Anni 3 Mesi fa #169658 da darthino
Eccomi, pure io uno dei tanti che si vogliono chiarire un po le idee su questo argomento.
Nel dibattito emergenza-ar mi sono sempre schierato dalla parte dei rianimatori ma quando, durante la mia carriera universitaria, ho iniziato a frequentare un reparto ho deciso di chiedere in una medicina interna sub intensiva, pensando potesse offrirmi una preparazione più varia nell'ottica di diventare medico prima che anestesista. Già li ho iniziato ad avere alcuni dubbi riguardo alla mia scelta futura, in tutti i mesi di medicina interna mi sono reso conto di quanto sia veramente vasta e complessa la medicina, mi sono reso conto che per saper fare il medico con un certo criterio se non tutti e 5 almeno qualche anno di medicina interna è più che necessario. Sono poi passato ad un pronto soccorso per vedere una realtà diversa, vedere più pazienti e focalizzarmi un po sull'aspetto semeiologico-diagnostico, visto che per il resto avrò tempo se e quando entrerò in specialità.
Sono finito in un bel ps dove sto molto bene ma dove per ora la figura dell'urgentista ancora non c'è. C'è il medico unico (quindi si vedono sia pazienti internistici che chirurgici) ma ci si limita a verdi e gialli, per i rossi c'è il rianimatore fisso in ps e non "a chiamata". Immaginatevi lo scontro e il conflitto di interessi tra le due figure 
Con il tempo le mie idee assolutamente pro anestesia sono un po cambiate e vi spiego i motivi.
Prima di tutto la complessità dei pazienti, sono sicuro che l'attività in sala sia molto formativa ma passare la maggior parte degli anni di specialità in sala non rende più difficile mantenere una visione "internistica" del paziente? Che preparazione si riesce ad avere in tutti quegli anni di sala su tutta la parte diagnostico-terapeutica? E' una domanda e non una provocazione, tralaltro con la nuova specialità troverei fisiologico che la scuola di AR diventasse ancora più focalizzata sull'aspetto anestesiologico. Gli AR è vero che usano farmaci più potenti, ma da quello che ho visto tendono ad usarne molto pochi e quali di questi secondo voi non potrebbero essere gestiti da un emergentista con la giusta preparazione? Penso che possa essere molto più difficile per un AR impostare (o solamente capire, nel contesto di un ps) una terapia cardiologica in un pz complesso che per un internista usare la dopamina o antibiotici più potenti del rocefin.
Poi ho notato che nel mio ps un internista-urgentista sarebbe in grado di gestire (anche se non bene come un AR ovviamente) quasi tutti i codici rossi (escluso il politrauma senza aver fatto l'atls, ma i vari ima, stroke, sepsi, shock si) e dato il tipo di formazione con la giusta preparazione credo sia relativamente facile colmare queste lacune. Credo che gli AR avrebbero invece molte più difficoltà nel fare il contario e gestire i pz dell'urgentista, che anche se "solo" codici gialli mi sono spesso sembrati molto piu complessi dei codici rossi che frequentemente sono pz già inquadrati.
A questo punto in attesa di decidere ho chiesto la tesi dove stavo frequentando pensando che comunque potrebbe avere l'attinenza ovunque, appena avrò tempo prima di prendere una decisione frequenterò sicuramente anche una terapia intensiva ma nel frattempo i dubbi sono davvero tanti.
Quello che piacerebbe fare a me è, come dicevi prima giustamente tu CJS è la figura del critical care ph che qui attualmente non esiste. Mi piacerebbe il ps solo se fosse un dipartimento di emergenze quindi strettamente collegato con un reparto. Non un triage dell'ospedale ma un posto dove il paziente critico viene anche trattato in un certo modo. In alternativa mi piacerebbe molto una terapia intensiva, ma che per ora non ho ancora visto. Per quello che ho visto fino ad ora la figura che mi è sembrato avvicinarsi di più a questo è emergenze. Mi sembra che partendo da una base internistica sia più facile arrivare ad una formazione di questo tipo anche se mi rendo conto che al momento le scuole sono ancora in alto mare ma partendo da questa consapevolezza si può lavorare in questa direzione.
Vorrei anche chiedervi se trovate possibile che un emergentista possa lavorare in una terapia intensiva/rianimazione dopo adeguata formazione (master? estero?).

Ripeto una cosa che spero si sia capita, non voglio tifare per una fazione o per l'altra ma solo cercare di schiarirmi le idee e fare una piccola analisi, dal basso della mia poca esperienza, per sperare di capirci qualcosa di più. Non voglio sminuire la figure dell'AR con quello che ho scritto qui sopra, ma forse dalla figura mitica e in tuttologica che mi ero immaginato in realtà è umanamente più limitato sotto alcuni aspetti. Sono quindi assolutamente aperto e al confronto, al cambiare idea e ad ascoltare le esperienze di tutti.

Un'ultima cosa, un altro fattore che influenza la mia scelta è questo: nella mia città potrei fare AR, dove su 4, 5 anni si passano in sala come forza lavoro (dove sei molto autonomo, ed è un bene) ma di rianimazione se ne vede poca, dove il prof è assente e dal punto di vista didattico si è molto abbandonati a se stessi; oppure E-U, in un reparto comunque più "noioso" come una medicina interna, ma gestito da un prof didatticamente ineccepibile, che credo non si tirerebbe indietro se avesse la possibilità di farci fare qualche esperienza formativa "extra" magari anche all'estero e che ha voglia di lavorare per questa nuova scuola e di creare qualcosa di buono. Anche questo purtroppo sarebbe un fattore da considerare, ma c'è pur sempre di spostarsi in un'altra città se ci fosse una scuola di AR molto più incentrata sulla critical care.

Grazie dell'attenzione

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13 Anni 3 Mesi fa - 13 Anni 3 Mesi fa #169817 da ania
Ciao a tutti, sono al secondo anno della scuola di emergenza e posso portare quella che è la mia esperienza formativa!
Al primo anno ho frequentato ,per motivi legati a problemi assicurativi, per i primi due mesi presso un ambulatorio di cardiologia e la cosa è stata veramente positiva perchè sapere interpretare un ecg è essenziale (almeno per le cose grosse) per chiunque sia laureato in medicina (non vi racconto balle se vi dico che un chirurgo ha chiesto una consulenza pneumnologica perchè in un ecg ha trovato scritto aritmia respiratoria), ho fatto poi 5 mesi di medicina d'urgenza (da noi il reparto è una realtà)in cui mi sono occupata di ventilazione non invasiva, politraumi, avvelenamenti  e problemi cardiologica compresi infarti e aritmie, da li sono finita in radiologia tradizionale e tc per due mesi e poi per 10 mesi in medicina interna.
Ora mi trovo in pneumologia per tre mesi , e poi finirò il 2 anno in UTIC (altri tre mesi). Per il terzo anno sono previsti due mesi di ecografia , tre mesi di stroke unit, altri tre mesi di medicina d'urgenza, altri due di rx tradizionale e il resto nuovamente  UTIC (verosimilmete mirato al posizionamento di pm temporanei)
Il rapporto con gli anestesisti è pessimo nella struttura universitaria  (dove non esiste un accesso dal pronto soccorso e la rianimazione significa solo postoperatorio) mentre nell'azienda dove ha sede il reparto di riferimento e dove la rianimazione si gratta le rogne seriamente , il rapporto di collaborazione esiste e vale in entrambi i sensi.. anche perchè spesso ci sono paziente troppo critici per la medicina interna e troppo poco critici per la rianimazione.
Nelle medicine interne spesso non si sa nemmeno cosa sia la nimv, la Boussignac etc etc... la medicina d'urgenza serve a creare l'anello di congiunzione tra un estremo e l'altro, tutto il resto per me sono solo polemiche sterile e inutili in cui chi ci perde è sempre e solo il paziente.
Il problema secondo me sta nella mentalità piccola e solita dei grossi baroni univrsitari che hanno paura di perdere i loro privileggi e vantaggi , mentre chi lavora seriamente ha capito l'importanza di questa figura che non ha alcuna intenzione di sostituirsi a nessuno  ma di colmare una grossa lacuna e di lavorare con lui per il bene del paziente.
Il medico d'urgenza è un medico d'urgenza....non esiste parlare di internista , chirurgo ,pneumologo o anestesista.. l'urgenza è urgenza..punto. La scuola serve per uniformare le diverse estrazioni e  creare la figura che esiste in tutto il mondo e che in Italia non esiste.
Ultima Modifica 13 Anni 3 Mesi fa da .
I seguenti utenti hanno detto grazie : respiro

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