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ricevute sanitarie
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Mettiamo il caso che io non abbia la p.iva, che per adesso non credo di aprire.
domanda numero uno.
Ho visto i fac-simile delle ricevute sanitarie (tipo questo ) e vorrei capire come compilarli nello specifico. Mettiamo che ho fatto un certificato di buona salute e che il paziente debba pagare 30 euro.
- Nelle righe in alto lo intesto con i dati del paziente e metto il mio timbro, giusto?
- Nella "tabella" metto: descrizione "certificato ecc" e importo "30 euro", giusto?
- Nella casella "ritenuta d'acconto"? E nelle tre righe "totale/bollo o iva/da pagare"? L'iva a quanto ho capito non c'è, ma la ritenuta d'acconto?
esempio: se ci fosse una ritenuta del 20% dovrei mettere totale "30 euro" ritenuta d'acconto: 20% di 30 euro cioè "6 euro", da pagare "30 euro"??
- La marca da bollo va messa sempre?
(Altra domanda: che differenza c'è tra una ricevuta così compilata e una fattura? Solo il fatto che nel secondo caso comparirà anche la mia p.iva?)
E alla fine dell'anno, quando avrò collezionato tutte le mie belle ricevute, come si pagano concretamente le tasse (cioè in pratica quei 6 euro di ritenuta, giusto?)?
domanda numero due.
Sempre senza p.iva. Mettiamo che trovi un lavoretto qualsiasi come "prestazione occasionale". Per farmi pagare devo emettere io lo stesso tipo di ricevuta che faccio verso i pazienti, oppure pensa a tutto il datore di lavoro?
E anche qui: quant'è la ritenuta d'acconto? e alla fine come le pago le tasse?
Scusate ma mi sento ignorantissima e stupidissima!
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Prima di tutto inizierei col dire che attualmente senza p.iva è tutto un po' più complicato (e dispendioso), quindi se intendi esercitare anche solo saltuariamente l'attività ti consiglio di aprirla per risparmiare beghe e denaro.
Tralascerò il discorso che IN TEORIA non sarebbe neanche possibile esercitare senza p.iva da iscritti ad un albo professionale, perché rientra nella filosofia fiscale.
Seconda premessa, anche se mi è sembrato di capire che su questo non hai dubbi: a norma di legge, esistono certificati su cui l'IVA va applicata (sempre nel caso tu NON abbia la p.iva) e altri su cui NON va applicata. Di seguito la lista: www.ordinemedicilatina.it/node/12165
Quindi nel tuo esempio di certificato di sana e robusta costituzione, l'iva non va applicata.
Nello specifico, per il certificato si buona salute:
- Sì, nell'intestazione vanno specificati i tuoi dati e quelli del paziente (nome, indirizzo, CF).
- Sì, descrizione e importo
- IVA: come da te giustamente detto, in questo caso non va applicata.
Ritenuta d'acconto: questa va applicata non da te, ma da un eventuale tuo datore di lavoro (ad esempio un medico che sostituisci, e solo se non hai p.iva), quindi per i certificati non devi preoccuparti di alcuna ritenuta.
Bollo: va applicato SOLO SE il certificato è esente IVA e l'importo supera i 77,47 euro, quindi in ogni caso non ti riguarda.
(Sì, di fatto la differenza tra ricevuta e fattura è quella da te scritta.)
Come già scritto, la ritenuta d'acconto con i certificati che rilasci non c'entra.
Ogni anno, nel caso tu superi una certa soglia di reddito (intorno ai 4mila-5mila, va controllato perché è soggetta a cambiamento ogni anno in base agli scaglioni IRPEF) dovrai presentare la dichiarazione dei redditi per pagare le tasse o fartele rimborsare, in alcuni casi.
Il tipo di dichiarazione dipende dal tipo di attività lavorativa che avrai svolto, quindi non posso essere più specifico mancando di tale dettagli.
Ora passiamo alla ricevuta che dovrai rilasciare non ai pazienti ma ai tuoi datori di lavoro.
Come regole generali valgono le tesse riportate sopra, a cui però dovrai aggiungere la famosa ritenuta d'acconto che ammonta sempre al 20% dell'importo lordo.
Per fare un esempio concreto: vi accordate per un compenso di 100 euro.
Prestazione: 80 euro
Ritenuta: 20 euro
Totale: 100 euro
Bollo di 2 euro (spetta a chi rilascia la ricevuta, ossia a te, apporlo sull'originale, ossia sulla copia che consegni al datore di lavoro).
Per la dichiarazione dei redditi vale lo stesso discorso di prima.
Ricorda che la ritenuta d'acconto è denaro che tu già paghi allo Stato: tu la lasci al datore di lavoro, il quale poi DEVE versarla allo Stato.
Spero di essere stato chiaro, in caso contrario fammi sapere!
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nel caso invece io abbia la partita iva. Faccio fattura, le cose da scrivere son più o meno le stesse ma le imposte sonoil 5% anzichè il 20%, giusto? e non le paga il datore di lavoro ma devo arrangiarmi io, giusto? è per questo che in genere serve il commercialista, perchè fisicamente "faccia i conti" che io povero medico non so fare? e come le pago, sempre una volta l'anno con la dichiarazione dei redditi?
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Se opti per il regime dei minimi però non dovrai MAI applicare l'iva, neanche per i certificati che normalmente lo richiedono.
Sì, l'imposta è del 5% da pagare in sede di dichiarazione dei redditi annuale, il datore di lavoro non ha più obblighi in tal senso; tale imposta va pagata allo Stato direttamente da te tramite apposita modulistica.
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intendo proprio da un punto di vista legale e fiscale, perchè sia tutto in regolissima
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- jake chambers
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Ti dico anche, visto che mi pare non sia stato detto sopra, che se apri il regime agevolato per l'imprenditoria giovanile (ex minimi) la ritenuta d'acconto non si applica, quindi se pattuisci un compenso di 100 euro, devi fatturare 100 euro, e non 80+20 di ritenuta d'acconto. L'unica cosa che devi fare è apporre sulla fattura la dicitura "Compenso non assoggettato a ritenuta d’acconto ai sensi dell’art. 27 del D.L. n. 98 del 06.07.2011".
Anche nel caso dei certificati su cui si applicherebbe l'IVA, con quel regime non devi applicarla, in pratica facendo uno "sconto" al paziente. Questo serve in teoria a rendere il regime concorrenziale. In questo caso scrivi "Operazione effettuata da soggetto appartenente a regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e per i lavoratori in mobilità di cui all’art. 27 commi 1 e 2 D.L. 98/2011".
Lo svantaggio è che poi non puoi scaricare l'IVA sulle spese sostenute, perché per il regime agevolato è come se l'IVA non esistesse: così come non si versa, non si scarica. Se compri un ecografo da 100 euro+22 di IVA (magari...) lo paghi 122 e non scaricherai i 22 di iva, ma conteggerai i 122 lordi nel computo delle spese sostenute quando andrai a calcolare il reddito netto su cui applicare il 5% di imposta sostitutiva.
So che sembra incasinato a leggerlo la prima volta ma è in realtà abbastanza semplice, perché di fatto hai meno cose a cui pensare. Basta entrarci un attimo dentro.
Ti confermo che se vuoi essere in regola devi aprire la partita IVA, altrimenti non c'è modo per dichiarare i tuoi redditi da libera professionista.
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- Doctor Liù
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Se, come diceva Velasco, la ritenuta d'acconto è denaro che tu già paghi allo Stato(tu la lasci al datore di lavoro, il quale poi DEVE versarla allo Stato), come fa il datore di lavoro a dimostrarmi che mi ha versato i contributi?
Esempio nel 2013 ho fatturato (tramite prestazione occasionale... ben consapevole che non fosse pienamente valida

Inoltre è vero che la ritenuta d'acconto è "credito" che lo stato utilizza per i suoi movimenti economici ma che, con la legge Biagi, posso riavere tramite accredito o bonus dal quale scalare eventuali tasse successive?
Vi ringrazio molto
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- Giuseppe Bartelli
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IMP. Ma allora se faccio un certificato a 30 euro, mi faccio pagare con ricevuta sanitaria la "ritenuta d'acconto" devo metterci zero? Quindi guadagno 30 euro puliti? Non ci devo pagare le tasse? Non lo sapevo! Velasco, sei sicuro al 100% di questo? Altri confermano?
Io sono andato dal commercialista che mi ha chiesto 340 euro l'anno per la dichiarazione dei redditi con partita IVA regime dei minimi (se decido di aprirla).
Non è poco.. se uno intende davvero fare solo prestazioni occasionali cioè 2-3 settimane di sostituzioni (circa 1500 euro) conviene fare la ritenuta d'acconto del 20% che pagare un commercialista 340 euro. Voi quanto vi chiede il commercialista all'anno?
(non mi dite che la P.Iva regime dei minimi si può anche gestire da soli perchè io non sono in grado).
Grazie
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Giuseppe Bartelli ha scritto: Grazie davvero per questo forum che chiarisce molte cose.
IMP. Ma allora se faccio un certificato a 30 euro, mi faccio pagare con ricevuta sanitaria la "ritenuta d'acconto" devo metterci zero? Quindi guadagno 30 euro puliti? Non ci devo pagare le tasse? Non lo sapevo! Velasco, sei sicuro al 100% di questo? Altri confermano?
Le tasse le pagherai a fine anno, una volta che il commercialista farà i conti con le ricevute e fatture che gli consegnerai sul reddito che hai guadagnato..
Io sono andato dal commercialista che mi ha chiesto 340 euro l'anno per la dichiarazione dei redditi con partita IVA regime dei minimi (se decido di aprirla).
Non è poco.. se uno intende davvero fare solo prestazioni occasionali cioè 2-3 settimane di sostituzioni (circa 1500 euro) conviene fare la ritenuta d'acconto del 20% che pagare un commercialista 340 euro. Voi quanto vi chiede il commercialista all'anno?
(non mi dite che la P.Iva regime dei minimi si può anche gestire da soli perchè io non sono in grado).
Grazie
Il mio commercialista, vecchia conoscenza dei miei genitori e per i quali ha lavorato tanti anni, mi ha chiesto 700 euro, specificando che si trattava di un prezzo "di favore"..
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Grazie per le risposte
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