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serve la partita IVA per le sostituzioni?
Per Polly: ti rispondo con una domanda, non si può rilasciare questi certificati gratuitamente?
Altra domanda: non si può farli pagare come prestazione occasionale?
Mi sembra strano dover aprire la partita IVA solo per fare qualche certificato...
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Dalla risposta dettagliata di cui sopra si evince che i guadagni annuali invece possono essere superiori a 5000 euro...basta che ogni singolo committente non superi il compenso di 5000 euro! Cito: "compenso non superiore a € 5.000 per anno solare per ciascun committente" Non si parla del totale sommato fra i diversi committenti.
Purtroppo non è così altrimenti nessuno aprirebbe la partita IVA che ha un regime di tassazione molto più alto.
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io sono nuova del forum e sono una Neo-abilitata in procinto di iniziare le prime sostituzioni.
Ho letto con attenzione tutto questo thread e anche gli altri che trattano dell'argomento, ma mi restano ancora dei dubbi e vorrei, da chi di voi è più esperto di me, alcuni consigli.
1. Prima di inziare la sostituzione c'è qualcosa che devo fare assolutamente? tipo ritirare ricettari o roba simile?
2. Devo pretendere dal medico che sostituirò la comunicazione all'ASL della mia sostituzione?
3. Per quanto riguarda l'ambito fiscale, alla fine della sostituzione dovrò emettere una ricevuta con ritenuta d'acconto del 20% giusto? Se io decidessi di aprire una partita IVA quali vantaggi ne trarrei?
4. Da quanto ho letto mi pare di aver capito che nel caso dovessi fare dei certificati a pagamento dovrei procurarmi il ricevutario sanitario e utilizzare codice fiscale o partita IVA nel caso io la possegga....sbaglio? anche qui va applicata RA?
Scusate le tante domande banali ma mi sono resa conto che il mondo del lavoro è una giungla e vorrei arrivare il più preparata possibile!
Grazie
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Scusate io non ho capito: essendo professionisti iscritti all'albo quindi noi saremmo proprio esclusi da questo tipo di rapporto di lavoro ed obbligati ad aprire la partita IVA? E poi: perchè qualcuno dice che entrati nel corso triennale di MMG dovremo chiudere la partita IVA, è scritto da qualche parte o sono solo voci?Prestazioni Occasionali
La definizione e la norma
L'art. 61 del D. Lgs. 276/2003 e l'art. 4 della legge n. 30 hanno, per la prima volta, dato una definizione legale delle prestazioni occasionali di lavoro autonomo. Si debbono intendere quali prestazioni occasionali i rapporti di durata complessiva non superiore, nell'anno solare, a trenta giorni con lo stesso committente; il compenso complessivo annuo che il prestatore percepisce dallo stesso committente non deve superare i 5.000 Euro. La definizione del lavoratore occasionale viene ribadita anche nella Circolare 6 luglio 2004, n. 103.
Caratteristiche
I vincoli
La prestazione occasionale è un tipo di collaborazione non subordinata per lavori meramente saltuari. Proprio per la sua "limitata portata", la prestazione occasionale si distingue da quella di tipo accessorio, resa da particolari categorie di soggetti, e dall'attività di lavoro autonomo vero e proprio, mancando un coordinamento ed una continuità nelle prestazioni. Per questo motivo, la collaborazione occasionale non è soggetta all'obbligo contributivo presso la gestione separata INPS.
Nell'ipotesi in cui la collaborazione occasionale perda i suoi requisiti (svolgimento dell'attività per periodi non superiori a 30 giorni per anno solare e compenso non superiore a € 5.000 per anno solare per ciascun committente), troveranno applicazione o il lavoro a progetto (se c'è l'elemento della coordinazione) oppure il lavoro autonomo (per più prestazioni abituali). In questi casi ci sarà l'obbligo di iscrizione alla gestione separata INPS e il pagamento dei relativi contributi.
Soggetti esclusi
L'art. 61 del D. Lgs. esclude da quest
i professionisti intellettuali, con iscrizione ad apposito alboo tipo di rapporto di lavoro i seguenti soggetti:
coloro che hanno rapporti di collaborazione coordinata e continuativa con associazioni o società sportive associate a federazioni nazionali o ad enti di promozione sportiva riconosciute dal CONI;
i dipendenti di pubbliche amministrazioni;
i componenti degli organi di amministrazione e controllo delle società;
i partecipanti a collegi e commissioni.
questa è la normativa della famosa legge Biagi sulle prestazioni occasionali che mi ha ribadito anche il commercialista dell'Ordine.
poi se sono realmente prestazioni occasionalissime la parita iva puoi non aprirla.
è per questo che ti dicevo di valutare quanto vuoi lavorare.
ciao!!!
Io non ho trovato nulla in giro.
Ho ancora una domanda:
all'Ordine i commercialisti mi avevano detto che sulle ricevute, se non ho ancora partita IVA, avrei dovuto indicare"fuori campo applicazione IVA" con accanto l'articolo a cui si fa riferimento. So che si riferisce al DPR 633 del 72 ma non so l'articolo. qualcuno ha già fatto ricevute del genere?
ciao a tutti e grazie
G
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- Visitatori
- il lavoro del medico NON può essere occasionale: siamo professionisti iscritti all'albo, e il lavoro per cui siamo abilitati non può essere una nostra occupazione "occasionale". questo ti rispondono in tutte le agenzie delle entrate.
- ovviamente, se in tutto l'anno si fanno un paio di prestazioni, perché magari il resto dell'anno si lavora come dipendente o come specializzando, nessuno del fisco vi contesterà di aver usato la formula della prestazione occasionale.
- NON esistono limiti economici alla prestazione occasionale: un artista quotato può dare la sua consulenza per costruire un aeroporto una volta sola nella vita e farsi pagare 100.000 euro, e sarebbe perfettamente in regola per dichiararla come prestazione occasionale. Il limite dei 5000 euro è un limite dell'INPS: oltre quella cifra di prestazione occasionale bisogna iniziare a versare anche i contributi INPS, oltre che la ritenuta d'acconto IRPEF.
- il medico senza partita IVA che fa prestazioni di DIAGNOSI o CURA a un paziente (che sono ESENTI IVA) può e deve rilasciare una ricevuta sanitaria (i blocchetti si trovano in cartoleria) e poi dichiarare ovviamente il reddito a fine anno.
- il medico che fa prestazioni NON di diagnosi o cura (es. certificato per la palestra) in teoria deve avere la partita IVA, perché su tali prestazioni vige l'imposizione dell'IVA. una scappatoia è quella di rilasciare una ricevuta sanitaria (vedi sopra) con scritto "visita medica": voi vi sentite la coscienza a posto perché ci pagherete sopra l'IRPEF, il paziente sarà contento perché potrà scaricare la spesa dalle sue tasse, l'unica cosa fuori regola è che non avete riscosso l'IVA per conto dello Stato..
a tutti un consiglio: piuttosto che affidarvi al "sentito dire", fate così:
- sito internet dell'Agenzia delle Entrate
- prenotate un appuntamento con un incaricato nella sede più vicina
- vi presentate nella data e orario concordate, non fate nessuna fila, e avete un "esperto" a cui fare tutte le domande che volete, gratis, con delle risposte "ufficiali".
Io ho fatto così.
Luigi
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