Melted, lo so che la mia risposta pu? sembrare controcorrente. E sicuramente, se le cose andranno come ho auspicato, ci saranno dei bei problemi di disoccupazione (almeno temporanea) all\'inizio.Il problema ? che il nostro sistema ? assolutamente "sbagliato", a cominciare dal corso di laurea, fino al post-specializzazione. Secondo me, le modalit? di accesso al corso di laurea vanno abbastanza bene: il test d\'ammissione (se si riesce a contenere la fuga di notizie pre-esame e il fenomeno delle raccomandazioni) ? un buono strumento per selezionare gli studenti. In alternativa si potrebbe anche fare come ad es. in Spagna, in cui oltre alle graduatorie d\'esame d\'ammissione ci si basa anche sulla media dei voti delle materie caratterizzanti dell\'ultimo anno di scuola superiore.Per quanto riguarda il numero chiuso, ? un sistema fondamentale. Secondo me bisognerebbe ridurre ulteriormente (non di tanto, ma magari del 20%) il numero di posti, a tutto vantaggi del livello di selezione degli studenti e del numero di professionisti messi sul mercato qualche anno dopo.I dolori, invece, iniziano quando uno ? finalmente entrato a medicina e deve iniziare a studiare... I problemi sono quelli di sempre: troppa teoria, poca pratica, disorganizzazione e scarsit? delle esperienze pratiche (sia di laboratorio che di reparto). Nel resto d\'Europa sono anni e anni che l\'insegnamento ? in gran parte basato sul problem-based learning: ad es., alle lezioni di genetica a Heidelberg una mia amica viene portata a *vedere* i pz con Klinefelter, Turner e c., cos?, magari, *si ricorder?* meglio le alterazioni somatiche di queste sindromi, visto che le avr? *viste* e non avr? semplicemente imparato a memoria una lista. Sempre a Heidelberg, gli esami delle discipline internistiche consistono in una parte con domande a risposta multipla per verificare la preparazione puramente teorica, seguita da una parte divisa in "stazioni", in cui ad es. devi refertare un rx torace, esaminare uno striscio di sangue periferico al microscopio, fare l\'anamnesi a un medico-attore, spiegare a un finto paziente in che cosa consiste la puntura lombare, quali sono le sue complicanze e rassicurarlo e chiarire i suoi dubbi, ecc...Fantascienza? Vi assicuro che ? all\'80% solo una questione di buona volont? da parte dei docenti.Inoltre, io ritengo allarmante e scandaloso che, mentre nel resto d\'Europa e in America, quando ti iscrivi a medicina sai quando ne esci (tranne pochi e particolari casi eccezionali), in Italia ognuno si laurea quando capita, quando riesce... Dev\'essere responsabilit? dei docenti portare almeno il 90% degli studenti a laurearsi nello stesso momento: siccome chi entra a medicina non ? un deficiente (ha superato un test d\'ammissione), ? evidente che se si laurea in 7-8-9 anni perch? deve ripetere pi? volte uno o pi? esami, significa che ? la qualit? dell\'insegnamento impartitogli a lasciar desiderare (oppure la follia e l\'accanimento sadico dei suoi docenti all\'esame...).Poi, dulcis in fundo, l\'accesso alle scuole di specializzazione... Il sistema italiano ? assolutamente demenziale. E\' molto interessante notare come la mentalit? e "la cultura dei comuni e delle signorie" sia sopravvissuta immutata nei secoli fino a oggi... Ogni candidato pu? provare di fatto uno o al massimo due esami, di specialit? diverse, in un unico ateneo (a meno di improbabili fantozziane corse in macchina da una sede all\'altra con l\'occhio sull\'orologio...), sperando di essere sufficientemente raccomandato (o che gli altri lo siano meno) e che il meccanismo perverso di spartizione dei futuri specializzandi tra i primari dei vari reparti alla resa dei conti gli sorrida (quando racconti di questo assurdo meccanismo a uno studente di medicina o a un medico straniero ti rendi conto, osservandone la reazione, di quanto farsesco e folle sia questo sistema... E ti vergogni di farne parte.).Perch? non fare un esame con graduatorie su base nazionale, in stile MIR spagnolo? Semplice, perch? cos? verrebbe totalmente sovvertito questo sistema che fa comodo a tutta la classe medica: specializzandi e buoi dei paesi tuoi. Gi? me li immagino i commenti di quelli che non sono entrati dove volevano e hanno dovuto spostarsi in sedi pi? sperdute e meno prestigiose: "Non ? giusto, io mi sono fatto il culo per x anni nella universit? della mia citt? e mi ritrovo a fare la specializzazione a 1000 km di distanza in questo ospedale schifoso".Perch? non adottare il sistema tedesco, in cui l\'accesso a una specializzazione ? regolato di fatto sulla sola base di un\'intervista col direttore della data specializzazione del dato ospedale? Neanche a parlarne, in un Paese come il nostro. Immaginatevi i giri di raccomandazioni che ci starebbero dietro... ancora peggio della situazione attuale. L? s? che il sistema arriverebbe al tracollo e met? dei giovani medici fuggirebbero all\'estero.Secondo me il sistema di selezione dei futuri specializzandi pi? equo e completo ? quello americano: ci sono tre esami (2 teorici e uno pratico) con un voto confrontabile sia trasversalmente (cio? con quello di altri candidati della stessa sessione), sia longitudinalmente (cio? con i candidati presentatisi in sessioni precedenti), in modo tale che il vero valore delle prove di ciascun candidato sia giudicato oggettivamente. Dopo di questo, i candidati devono far domanda a vari ospedali, per fare delle interviste, in cui verranno valutati come *persone*, oltre che come medici. E, naturalmente, in questo processo vengono anche considerate le lettere di raccomandazione scritte da medici che hanno lavorato a lungo con il candidato e ne comunicano le caratteristiche (professionali e non) salienti, le pubblicazioni, ecc. Alla fine di tutta questa trafila, chi assume uno specializzando pu? dire di conoscerlo gi? molto bene e di sapere esattamente quanto vale, i suoi lati positivi e i suoi lati negativi.Questo, invece, ? e rimarr? ancora per molto (per sempre?) fantascienza, in questo Paese.
