Dubbio amletico sui voti....

Premetto: si da per scontato che lo studio deve essere sempre il più responsabile e scrupoloso possibile, e che ovviamente migliori sono i voti meglio è.

Volevo chiedervi l'utilità pratica dei voti ( per entrare nelle scuole di sp. e nel mondo del lavoro), perchè magari non vorrei che ci si ritrova a faticare per oltre 6 anni e avere poi una laurea che a causa del voto basso serve a molto poco (  ??? ??? quali sono i limiti sotto cui si tende a definire un voto di laurea  basso? ??? ???).

Pongo questo dubbio perchè sono al 3 anno (iscritto da 5) con una media del 23 e sarei ancora in tempo per alzarla ( con non pochi sforzi), però devo anche fare considerazioni legate al fatto che lavoro nel frattempo e vorrei laurearmi in un tempo non troppo lontano ( visto che ho già perso 2 anni), però se "sbrigarmi" ( nel senso di accettare anche voti non particolarmente esaltanti e andare avanti anzichè saltare sessioni) mi comporterà una laurea menomata il discorso si complica...insomma ho un po' di confusione...chi ha le idee più chiare e può illuminarmi o consigliarmi con la sua esperienza?

Grazie!

Avere un buon voto di laurea serve. In certe specializzazioni con pochi posti è indispensabile. Dirò di più servono pure voti alti nelle materie che vengono prese in considerazione (conteggiate come punteggio) per l'accesso alla specialità .

Grazie AnAn, devo decidermi a rimboccarmi ulteriormente le maniche  :

oltre al voto di laurea servono anche i voti dei singoli esami, tra cui alcuni sono ricorrenti in molte specialità (ad esempio fisiologia, di cui ho dato l'orale il giorno dopo italia-corea: vi lascio immaginare...)