Le seconde specializzazioni

Ribadisco: borse + specialità da solventi per la prima specializzazione, solo specialità da solventi per chi ha già una specializzazione.

E' semplice e risolve tutti i problemi tranne quelli relativi alle rendite di posizione.

Ecco, così sarebbe perfetto!

Il paese in crisi economica ha giusto bisogno di specialisti disoccupati e disperati che lavorino gratis per prendere un secondo pezzo di carta, che sia poi utile quanto il primo.

Hai ragione però, chissà quanti medici strutturati, professoroni universitari e marchettari vari che monopolizzano il mercato oggigiorno comincerebbero a farsela addosso in seguito ad un simile riassetto: avrebbero gli incubi!

Il paese in crisi economica ha giusto bisogno di specialisti disoccupati e disperati che lavorino gratis per prendere un secondo pezzo di carta, che sia poi utile quanto il primo.

E' lo spauracchio che vi mettono davanti.
Ti farò una domanda: sei davvero convinto che essere in pochi specialisti sia un vantaggio?
Perché medici non specializzati, a spasso, ce n'è parecchi, e già cominciano a pensare di utilizzarli (sottopagandoli) al posto degli specialisti.
Siccome sai bene anche tu che il titolo non dà la competenza e la competenza non dipende dal titolo, il grosso rischio che corrono gli specialisti è di essere sostituiti de facto da colleghi non specializzati che sanno fare benissimo il loro mestiere.
Credimi, meglio essere tanti e tutti pari.
(non per questo non ritengo la tua opinione degna di considerazione, si intende).

Hai ragione però, chissà quanti medici strutturati, professoroni universitari e marchettari vari che monopolizzano il mercato oggigiorno comincerebbero a farsela addosso in seguito ad un simile riassetto: avrebbero gli incubi!

Una discreta quota di specialisti si riciclerebbe (o comunque potrebbe tirare su qualche euro) da docente, potrebbe anche non essere più male di tanto.
Il professorone ex-sessantottino secondo me trovarebbe il modo di lucrare anche su una situazione come questa.
Per marchettari e figli di, sicuramente si aprirebbe un problema. Piccolo, ma sicuramente un problema.

Non so di cosa parlate; il fenomeno della doppia (o tripla) specializzazione esiste da sempre.
Lo trovo utile ed in Italia lo è particolarmente!

non é che io voglia fare "quello serio" ma in chirurgia occorre sapere il mestiere (anche se, in Italia, non è sempre così).
ci si forma peggio che in Inghilterra, Francia, USA, Canada...ma:

in Inghilterra la specializzazione è divisa in 5 anni (dove ti trattano come uno scemo) e 3 anni (dove ti trattano come se la scienza ti fosse caduta in testa alla fine del 5°anno)

In Francia ci sta una specializzazione della durata di 5 anni (con la possibilià di fare il DESC anche durante la specializzazione) e dei posti da 2 anni (da moltiplicare X2 o X3) di assistente dove operi Tanto!

In USA e Canada esistono le Fellowship (durata minima un anno).

Come si spiega che in Italia (senza più dottorati e senza più' la possibilità di prendere una seconda spec in 2-3 anni) dopo 5 anni dovremmo infilarci in un reparto come "dirigenti di I livello"?!?

quali regole permettono al dirigente di I livello (che, ricordiamo:all'inizio non sa fare niente) di fare passi in avanti???

E' obbligatorio fare qualcosa tra "dottorato", "seconde spec." o andare all'estero!

inutile dire di no se non si è nell'ambiente! :pinch:


In Area chirurgica, sto dicendo, serve a fare passi in avanti..

va bene Camillo, però dobbiamo anche smetterla di cercare sempre le soluzioni rabberciate, snaturando l'essenza delle cose.

Che la formazione in Italia faccia in buona parte cagare siamo d'accordo. Che in particolare in ambito chirurgico ci siano notevoli criticità, soprattutto per via della sua natura prettamente tecnico-pratica, pure è ampiamente noto e condiviso.

Ma che la soluzione a questo debba essere che per fare questi benedetti passi in avanti si debba fare per forza una seconda specializzazione, in un altra disciplina, non ha il minimo senso.
Se all'estero esistono modelli diversi, può avere un senso proporre un bienno di post-specializzazione professionalizzante a quelli equivalenti... o meglio ancora a mio avviso battagliare con più forza sulla qualità formativa nelle scuole. All'estero non è che per diventare un bravo chirurgo devi prendere per forza due specializzazioni.
Io credo che sei anni siano più che sufficienti per formare un bravo chirurgo; ovvio che se compila cartelle, fa medicazioni e regge il divaricatore per tutta la durata del corso a quel punto non bastano più.

Ma nemmeno altri due o tre in una altra scuola che ugualmente fa cagare. Per giunta percependo pure i soldi di una borsa in quei due o tre anni che più ragionevolmente dovrebbero essere impiegati per altro.

Cmq io credo che si possa tranquillamente continuare ad imparare tanto anche da specialisti, che si possa essere assunti tranquillamente con relativamente poche competenze e crescere anche velocemente in una realtà lavorativa ragionevolmente "sana".
Anche per noi patologi è così: nessuno si aspetta dal neospecialista la capacità e l'esperienza di chi quel lavoro lo fa da 20 anni. Devi essere autonomo e sveglio, ma non c'è niente di male a chiedere aiuto se si ha bisogno.

cmq non volevo discutere sulle seconde specializzazioni (che esistono già e che molti, da sempre, scelgono di fare per formazione, sbocchi professionali o preferenza) ma sull'accorciarle (nelle branche della stessa area).

Anatomia patologica non so con cosa potrebbe essere compatibile: forse patologia generale?

Bisogna trovare una formula (se togli i dottorati ed i giovani specialisti sono disoccupati ed inesperienti) e la cosa più' facile mi sembra
riesumare le "seconde specializzazioni in 2-3 anni"

in alternativa i già specialisti, di anni, alla seconda spec ne continueranno a fare 5 o 6!

con questa idea:
se da un lato dimezzi le borse delle seconde spec (perché finanzi un posto di solo 2-3 anni) dall'altro rischi di rendere più invogliante una seconda spec al già specialista...vabbè, ma è anche l'effetto (migliore formazione) che cerco di ottenere!