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Cosa cambierei nelle scuole di specializzazione...

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10 Anni 11 Mesi fa #195216 da MarcoSf
Sono stato specializzando e ne sono uscito da due anni, ho avuto anche modo di vedere cosa succede in qualche paese estero. Divido il discorso in punti così chi vuole contestare magari può far riferimento ad un numero preciso:

1) Cominciamo con l'ingresso in scuola perchè è appunto l'inizio; bene che l'anno prossimo si cambierà ed era ora. Non esiste un altro Paese UE (per quel che ne so) che ha questo assurdo esame di ingresso dove si pubblicano i quiz prima, am soprattutto dove poi è il Direttore di cattedra a decidere chi far passare con conseguenti atti di baronaggio ed illeciti vari; non esiste esame meno trasparente.
Ho vissuto un pò in Portogallo e li la graduatoria è nazionale con quiz davvero tosti, poi in base al tuo piazzamento scegli specializzazione e città. Poi i Direttori giocherellano con i trasferimenti, questo si, quindi si portano all'ovile i prediletti, ma almeno chi merita entra e nessun può dir niente.
In altri paesi invece l'ingresso è mediante curriculum per chiamata diretta, non c'è esame, mi pare che in Germania addirittura se accetti di dedicare alcune ore alla collaborazione con il sistema di salute nazionale hai dei vantaggi per entrare in specializzazione (magari qualcuno avrà notizie più dettagliate), altro mondo.

2) Formazione teorica e pratica all'interno della scuola: qui premetto che ho esperienza di scuole chirurgiche, non solo della mia ma di tanti amici colleghi con cui scambiavo opinioni. L'Italia si posiziona ad un livello vergognoso, le nostre casistiche operatorie ufficiali fanno "sorridere" i colleghi europei, il nostro titolo finale non presuppone alla base la stessa preparazione pratica di colleghi di altri Paesi.
La normativa italiana prevede infatti un tot numero di interventi nell'arco dei 5-6 anni chirurgici, divisi in piccola-media ed alta chirurgia, ed intendo come primo operatore. Credo che almeno il 95% degli specializzandi di chirurgia riesca a fare non più del 10% del numero degli interventi previsti, una vergogna che i direttori di scuola conoscono bene e che ci relegano agli ultimi posti in UE. Come un mio "caro" professore ebbe a dire una volta: "In Italia noi direttori lo sappiamo che gli specializzandi al quinto anno devono ancora imparare il mestiere, ma questo poi lo farete una volta che riceverete un contratto"...


Prima di ricevere critiche, premetto che mi riferisco alla media degli specializzandi, da quanto ho visto e sentito nell'arco della mia specializzazione.

Non parliamo poi della teoria, in tante scuole in Italia non esistono lezioni, l'esame di passaggio di anno si riduce all'argomento a piacere, perchè i Direttori dicono: "è in corsia che imparate il mestiere, i libri ve li studiate a casa". Eppure sono pagati anche per fare lezioni, sono professori...

Posso citare vari casi in cui gli specializzandi al primo anno servivano solo a fare le foto in sala operatoria e prendevano in mano un bisturi o dei punti di sutura a partire dal terzo anno...è sconfortante davvero...

3) Durata della scuola: visto e considerato il punto 2 io sarei d'accordo a ridurre il numero di anni della scuola, perchè se come dicevo al primo e secondo anno vieni considerato semplicemente uno "sguattero" tanto vale ridurre la durata a 3 anni.
Qui posso dire di avere esperienza all'estero (fuori UE) dove la scuola (anche chirurgica) dura 3 anni, certo entrano la mattina ed escono la sera, ma del resto anche io lo facevo, con tanto tempo sprecato.

Allora dico: se nei nostri 5 anni di scuola i primi 2 sono comunque a perdere, meglio fare 3 anni "seri" che 5 così. Solo 3 anni di "presa in giro" sarebbero più che sufficienti.

In tal modo anche se uno specializzando viene sottopagato, lo sarà per un tempo minore...e poi oggi ripensandoci 5 anni mi sembrano una vita, considerando anche che quello che ho fatto in 5 anni lo si poteva tranquillamente riassumere in 3, standoci anche larghi...

Sempre qualche infelice diceva che noi dobbiamo "rubare" il mestiere osservando...io dico che invece i professori devono cominciare a fare quello per cui sono pagati.

4) Controlli di qualità: sappiamo che i Direttori fanni il bello ed il cattivo tempo, decidono loro tutto ciò che avviene e guai a contraddire. L'esame finale, la discussione di una tesi, non mi pare che dimostri che si è pronti per il mercato del lavoro.

In altri paesi c'è un vero e proprio esame teorico e pratico che giudica il neo-specialista in tutti gli aspetti, con una commissione ESTERNA" nominata a caso dal Ministero...e per le scuole chirurgiche c'è anche un esame in sala operatoria dove si valuta l'autonomia del candidato.
se il canddato non supera l'esame male per lui, ma se un certo numero di candidati della stessa scuola non lo supera...la scuola viene chiusa...
Questo è un deterrente per migliorare l'insegnamento, un controllo di qualità esterno alla scuola che ne valuti l'operato...perchè se un candidato non è pronto può essere il problema del singolo, ma se più candidati hanno lo stesso problema è la scuola che non va. E così si responsabilizzano tutti, dagli specializzandi ai professori, perchè stando così le cose se un professore non si prende le sue responsabilità ad insegnare lo specializzando lo prende a calci in quel posto...

La qualità deve essere un interesse di tutti, non solo del cittadino che è l'utente finale, inconsapevole di quello che c'è dietro.


5) Stipendio: mi allaccio ad una discussione gia aperta in questo forum; si è vero in Italia siamo sottopagati, non c'è dubbio, ma la cosa non cambia proprio perchè alla fine dai docenti siamo considerati sguatteri, che devono subire di tutto e di più perchè così si apprende il mestiere, siamo dei medici a responsabilità limitata quindi per compilare quattro cartelle lo stipendio che riceviamo a loro modo di vedere è addirittura tutto grasso che cola.
Quindi io credo che prima dello stipendio dovremmo cercare di innalzare la considerazione che si ha degli specializzandi ed anche rivendicare i nostri diritti formativi per una preparazione teorica e pratica che è loro dovere fornirci. Solo dopo aver fatto questo potremmo affrontare il discorso stipendio.

E poi: 1400 euro netti al mese...beh per chi abita a casa con i genitori va anche bene, ma per chi abita fuori arriva a fine mese con difficoltà, non parliamo poi se abiti a Roma, Milano, Firenze, Verona, Bologna...e non parliamo poi se vuoi sposarti o addirittura avere un figlio.

6) Numero posti: ragazzi io sono ormai uscito, specialista in Chirurgia Maxillo-Facciale; ho visto che quest'anno sono disponibili 26 posti in tutta Italia (quando entrai io ce n'erano il doppio), ma ora guardiamo in faccia la realtà: di questi ipotetici 26 che poi usciranno solo il 5-10% (per essere buoni) troverà posto in ospedale tramite concorso quindi gia sappiamo che entrano persone che poi usciranno e rimarranno disoccupate a lungo in Italia, questa è la realtà almeno nella mia specializzazione, dove forse c'è un concorso all'anno e dove molti reparti hanno chiuso.

7) Sovrapposizione di competenze delle varie specializzazioni: questo è un altro campo vergognoso che vige in Italia, la mancata definzione dei campi di applicazione delle varie specializzazioni; citando il mio campo una rinosettoplastica la puo fare un chirurgo maxillo-facciale, un chirurgo generale, un otorino ed un chirurgo plastico...idem per una parotidectomia o per una malformazione facciale...
La mancata assegnazione di competenze specifiche genera la confusione nei pazienti e soprattutto la carenza di posti di lavoro per gli specialisti di alcune branche come la mia...perchè se come dicevo una parotidectomia in una città può essere fatta anche da un Otorino (praticamente ogni città anche piccola ha un reparto ORL) che senso avrebbe aprire un reparto di Chirurgia Maxillo-Facciale? Perchè il Ministero dovrebbe spendere milioni se poi c'è sempre qualche specialista nel territorio che legalmente ti può risolvere il problema?
Conseguenza: noi maxillo non abbiamo competenze specifiche (se non la chirurgia ortognatica, che scommetto che il 90% dei medici dai 50 anni in su non ne ha mai sentito parlare) e quindi siamo a spasso. questo solo per fare un esempio, ma di sovrapposizioni di competenze ce ne sono infinite.


Quindi riassumendo: scuole che forniscono una preparazione inadeguata per un mondo del lavoro in cui in realtà non ci sono posti...il discorso torna!!!



8) Avendo dato un'occhiata fuori dai confini del paese in ultimo vorrei citare la possibilità di includere nell'arco della durata temporale della scuola almeno 1 (meglio 2) anni di esperienza in un omologo reparto all'estero: non solo apre la mente, ma il confronto con un'altra realtà condiziona le nostre scelte future.
Certo in questo caso magari la metà di quelli che vanno fuori poi non vogliono più tornare, ma questo servirebbe da incentivo al nostro Ministero per capire qual è la nostra situazione.



Ben vengano le recriminazioni pecuniarie, ne abbiamo-avete diritto, non c'è dubbio, ma io oggi se dovessi fare una rivoluzione prima cercherei di cambiare gli altri problemi di cui ho parlato; una volta che otteniamo maggior considerazione sia per noi stessi che agli occhi di chi ci dovrebbe insegnare-formare, l'adeguamento pecuniario sarebbe una conseguenza dovuta.

Perchè oggi se potessi scegliere io preferirei 2-3 anni di scuola in cui mi rendono completamente autonomo sia teoricamente che praticamente, magari anche sottopagato, che fare 5 anni di scuola come ora magari con uno stipendio di 3000 euro al mese, però poi alla fine dei 5 anni devi ancora formarti e fare dei corsi a pagamento o stage in altre realtà.


In ultimo io penso che se non raggiungiamo una coesione FORTE a livello nazionale poco si otterrà per cambiare questi punti.


So che pioveranno critiche, sono assolutamente aperto a qualsiasi discussione, ho solo riassunto il mio personale punto di vista dopo l'esperienza in Italia ed all'estero.
I seguenti utenti hanno detto grazie : Cristina C.

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10 Anni 11 Mesi fa #195239 da blitz0405
Mah guarda onestamente concordo praticamente su tutto. Chi ha dato una sbirciata in Europa, soprattutto per quanto riguarda le specialità chirurgiche, non può non essere rimasto esterrefatto dal livello ridicolo della preparazione dei nostri medici al termine della specializzazione. E ovviamente la colpa non è dei colleghi che si sono fatti degli anni di schiavitù a 50-60 ore a settimana con una retribuzione oraria ai limiti del demenziale...medici chirurghi che per anni si occupano di scartoffie, scrivono lettere di dimissione, tappano i buchi, "osservano" e guadagnano in un'ora meno di quanto guadagnassi io quando facevo il promoter al supermercato da ragazzino.
Non dico che non sia giusto farsi della gavetta, lavorare sodo ed anche guadagnare poco, per carità, ma in cambio bisogna che la Scuola fornisca la formazione per la quale è stata istituita: invece sappiamo tutti quale è, in molti casi, la realtà. Con le dovute eccezioni, per fortuna.

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10 Anni 11 Mesi fa #195242 da MarcoSf
Ciao ti ringrazio per il commento...in effetti solo chi ha toccato con mano una "alternativa" può fare il confronto con realtà molto più avanzate della nostra; è proprio questo il bello del viaggiare, il confronto con quello che vivi tutti i giorni, è questo che apre la mente.

E ripeto, io parlo per esperienza diretta e di quella di tantissimi colleghi in situazioni uguali o ben peggiori della mia, perchè almeno io al terzo anno ho fatto i bagagli e mi sono fatto trasferire in un reparto ospedaliero non universitario, dove si bada poco alla chiacchere ed ai formalismi delle università e si lavora di più.

Naturalmente io ho esperienza solo di scuole chirurgiche, non posso assolutamente dir nulla di area medica o dei servizi.

Quindi quello che si deve capire è che gli anni di specializzazione sono i più importanti, e la cosa fondamentale non è ricevere 400-500 euro di più ma avere una formazione completa che ti permetta una volta uscito di essere un professionista autonomo; in Italia siamo lontani anni luce, ripeto nella media, le eccezioni ci sono (ma sono anche le scuole dove è molto piuù difficile entrare). Non sono però le eccezioni che determinano la media formativa di un Paese, bensì la gran parte delle scuole di area chirurgica, e da questo punto di vista la situazione è desolante.

Per carità uno stipendio più cospicuo allineato alla media europea dei paesi civili farebbe tanto comodo a tutti, ma a mio personale modo di vedere non è la cosa più importante.



Adesso però nonostante ci siano tanti colleghi specializzandi e specialisti che la pensano in questo modo perchè non facciamo sentire la nostra voce a livello ministeriale?

Perchè è vero che l'anno prossimo finirà il baronaggio dell'esame di entrata in scuola, ma poi quello che si faà nei 5-6 anni di specializzazione sarà sempre lo stesso.

O l'unica alternativa deve sempre rimanere quella di emigrare?

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10 Anni 11 Mesi fa #195255 da Camillo
Sul punto 2:

le lezioni dovrebbero essere mirate all'attività pratica.

Il primo giorno di stage (quì in Francia) si comincia con una riunione dove si descrive l'ospedale e viene donato uno o più libriccini coi farmaci presenti in farmacia, il "decision making" delle patologie più comuni;
Nei giorni subito a seguire vengono realizzati dei corsi di informatica per conoscere al meglio i programmi usati in reparto o alle urgenze!

Le lezioni mediche dovrebbero mirare principalmente a quello che ci capita nell'attività pratica di reparto e sala operatoria (quindi incisioni, suture, emostasi e piccola chirurgia ai primi anni).

Gli step possono essere tanti e non per forza la formazione pratica deve essere solo sul malato....come per i piloti d'aereo la simulazione (in tutte le sue salse) dovrebbe far parte della formazione di tutti gli specializzandi.

se rispettiamo i vari step (piuttosto che scattare foto) e gli ultimi anni li dedichiamo a missioni e esperienze estere vedremo che i risultati saranno migliori (senza costringere l'intera popolazione italiana ad essere operata dai numerosissimi medici in formazione) sarebbe come dire che tutti i decolli ed atterraggi dei voli di linea dovrebbero essere effettuati da personale inesperiente

Mi permetto di correggere, in particolare, il tiro sul punto 3.

Aprii un pò di tempo fa questo topic: www.giovanimedici.com/index.php?option=c...temid=216&view=topic

credo che nelle 2 branche principali (l'area medica e l'area chirurgica) sia giusto mantenere 4 e 5 anni (ridurrei nuovamente le mediche a 4 anni)

Ricordiamo che vogliamo che le nostre specializzazioni vengano riconosciute all'estero!

mi sembra insensato, invece, farti ripetere i 4 e 5 anni per le seconde specializzazioni della stessa area.

chi ha già una specializzazione in area medica conosce come gestire un reparto ed i farmaci più usati (spesso ha già effettuato corsi di ecografia, di urgenze mediche, ecc.)

chi ha già fatto una specializzazione chirurgica conosce ( vabbè, lasciamo stare :lol: ) in qualche modo sa gestire i pazienti in reparto, in ambulatorio, sa dare i punti di sutura con più tecniche; conosce le BASI della chirurgia.

Mi sembra che da med interna a geriatria o a cardiologia basti integrare con 3 anni

Per la chirurgia (anch'essa mio campo) basterebbero 3 anni per ottenere una seconda specializzazione.

Dobbiamo rimanere dell'idea che la specializzazione deve formare e non possiamo dire di accorciarla perchè tanto usciremmo impreparati.

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10 Anni 11 Mesi fa #195279 da Feynman
Mi sembra dunque che l'idea generale per omologarci tutti a livello internazionale (partendo magari da quello di residency + fellowship in USA), sia di far si che la specializzazione preveda un periodo di tronco comune di 2-3 anni per cliniche o chirurgiche. Seguito poi da un periodo di 3-4 anni di specializzazione specifica.

Ergo cardiologia verrebbe composta da 2-3 anni di med interna e 3-4 anni di cardiologia.
La formazione in tal caso dovrebbe risultare massima specie nei primi anni per dare le basi generali di conoscenza per potersi poi cimentare in ambiti più specialistici.

Una chirurgica sarebbe 3 anni di chir generale + 3 di specialistica.
I 3 anni di c.gen dovrebbero però dar tutte le conoscenze tecniche citate in precedenza, facendo si che lo specialista pensi poi a specializzarsi proprio nel suo campo e non ad apprendere anche come si sutura o si fanno le incisioni...

Ritengo poi fondamentale altri 2 discorsi:
1) l'eliminazione di alcune scuole di specializzazione inutili da mantenere sia a livello locale che nazionale!
2) come far si che chi vuole far ricerca possa ottenere un PhD magari con 2-3 anni di lavoro all'interno delle specializzazioni.

Oggi firmerei subito per permettere di fare si che con un certo percorso si possa ottenere specialità + PhD in 6 anni post laurea.

Questo punto per me è fondamentale perchè siamo un paese molto arretrato come investimenti della ricerca e nell'educare la classe medica ad un percorso che porti all'eccellenza non solo esecutiva.

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10 Anni 11 Mesi fa #195282 da Sys

Camillo ha scritto: ...

credo che nelle 2 branche principali (l'area medica e l'area chirurgica) sia giusto mantenere 4 e 5 anni (ridurrei nuovamente le mediche a 4 anni)

Ricordiamo che vogliamo che le nostre specializzazioni vengano riconosciute all'estero!
...


Questo è sbagliato perché la direttiva europea che stabilisce la durata minima delle scuole di specializzazione prevede per esempio la durata di 3 anni per anestesia, otorino, dermatologia, ecc; per la chirurgia generale prevede 5 anni, ecc.

Questo è il file della direttiva eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ....255:0022:0142:it:PDF

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