Scuole specializzazione area sanitaria: il Tar Lazio concede la sospensiva ai ricorrenti contro gli accorpamenti federativi
Cari Colleghi,
vi informiamo che il Tar Lazio ha concesso la sospensiva contro l’accorpamento federativo delle scuole di specializzazione di area sanitaria, imposto d’ufficio alle Università dal MIUR a partire dal corrente a.a. 2008/2009. Interessate al momento le scuole federate delle ricorrenti Università di Catanzaro ed Ancona (e delle Università collegate), ma non si esclude che possano essere presentati ricorsi a cascata da altri Atenei. Tale determinazione, che si aggiunge a quella analoga disposta nei giorni scorsi dal Tar Puglia in recepimento delle istanze dell’Università di Foggia, potrebbe esporre centinaia di giovani medici, aspiranti specializzandi, in questi giorni impegnati nelle prove del concorso per l’accesso alle scuole di specializzazione, ad uno stato di disagio ulteriore rispetto a quello già creato dal ritardo di circa otto mesi maturato in relazione alla deriva burocratico-amministrativa che caratterizza la materia relativa all’indizione delle procedure concorsuali. Contro tale ritardo, ormai divenuto cronico, ma soprattutto contro le modalità poco chiare e la tempistica degli accorpamenti federativi adottati dal MIUR, si è sempre schierato il nostro Segretariato che, in sostegno delle richieste del Comitato Nazionale Aspiranti Specializzandi, nel Gennaio 2009 aveva dato il via ad una mobilitazione nazionale che ha avuto il suo culmine in un sit in presso la sede del MIUR a Roma nel mese di Marzo u.s..
A seguito della diffusione della notizia dell’ordinanza abbiamo avuto modo di contattare uno dei legali delle parti ricorrenti, il quale ha presenziato all’udienza innanzi al Tar. Ci è stato spiegato, come del resto è possibile dedurre dal testo del dispositivo, che non è stato messo in alcun modo in discussione dai ricorsi il regolare svolgimento delle procedure concorsuali, tanto meno si è proceduto ad impugnare i bandi di concorso. Ci si sarebbe limitati di contro a confutare la liceità dell’azione amministrativa posta in essere dal MIUR relativamente agli accorpamenti federativi. Se tali premesse fossero confermate, il concorso non subirebbe quindi alcun ritardo segnatamente per le scuole non soggette ad accorpamenti. Rimarrebbe più incerto invece il destino dei colleghi che hanno concorso per le scuole soggette a federazione, quelle cioè afferenti alle reti formative delle Università che hanno presentato ricorso, nella misura in cui è verosimile attendersi un contro ricorso del MIUR in sede di Consiglio di Stato (secondo ed ultimo grado della Giustizia Amministrativa). È da tenere presente che al momento trattasi di provvedimenti tutelari di sospensiva e non di giudizi nel merito. L’incertezza si riferirebbe non alle procedure concorsuali, peraltro in fase di definizione entro la corrente settimana praticamente in tutti gli Atenei, bensì all’assegnazione dei posti ministeriali e conseguentemente dei candidati vincitori di concorso. In altri termini, il tutto dipenderebbe dal permanere o meno dell’assetto federativo, con una scuola capofila e le altre confederate o col ritorno al passato. Di certo c’è il fatto che in tutta questa vicenda, ancora una volta, ne faranno le spese i colleghi aspiranti specializzandi, che verrebbero ulteriormente esposti a dei disservizi inaccettabili a seguito di decisioni imposte dall’alto, senza il dovuto coinvolgimento della base (giovani medici in primis e direttori delle scuole in secundis). Tutto ciò sotto il manto della tanto sbandierata tesi che tali accorpamenti federativi avrebbero apportato un miglioramento della qualità della formazione per i discenti, ma che a nostro parere invece sottintenderebbero dei giochi di potere politico-sindacali che poco avrebbero a che spartire con il diritto alla formazione, e conseguentemente all’accesso al lavoro, dei giovani medici. Ci permettiamo di ribadire ancora una volta il nostro sincero convincimento che una reale razionalizzazione delle scuole di specializzazione non può fondarsi meramente su un criterio numerico di posti attribuiti nel precedente anno accademico, ma dovrebbe passare attraverso l’adozione di criteri trasparenti ed uniformemente applicati che valorizzino il potenziale formativo delle scuole, le peculiarità altamente qualificanti delle differenti realtà, il soddisfacimento delle esigenze di professionalità espresse dal territorio.
Infine, il fatto che due differenti Tribunali Amministrativi ad oggi stiano anche smentendo dal punto di vista procedurale il MIUR, allora tutte le perplessità espresse dal nostro Segretariato nei confronti dell'azione promossa a vario livello dallo stesso MIUR trovano di fatto un autorevole riscontro.
